Valutazione della curva dei contagi. Assieme al nodo tamponi e alla gestione dei positivi. Per ora, nessun verdetto, non c’è data per l’eventuale ritorno del calcio italiano. Ieri si sono riunite la Figc e il Comitato tecnico scientifico sull’ormai famoso protocollo sanitario, già respinto una volta dai tecnici incaricati dal governo. È stato presentato un nuovo testo (non validato) al Cts, con relazione al ministro della salute Speranza, al premier Conte e al ministro dello sport Spadafora.

Dunque, si prende tempo, si fiuta l’aria che tira. La sensazione è che il comitato scientifico – e quindi il governo -, tema i primi dati della fase 2, nonostante gli inviti della Figc a lavorare assieme per risolvere i problemi. E un segnale che la fumata bianca, ovvero il ritorno del calcio giocato in Italia, sia ancora lontana si intravede nel documento sottoposto all’attenzione del Cts, che prevede un piano solo sugli allenamenti. Nessun cenno alle partite, ma il vero nodo è il passaggio dalla fase degli allenamenti leggeri, a piccoli gruppi e a orari differenziati dei club (tanti si sono rimessi al lavoro, test fisici e tamponi, Napoli, Milan, Lazio, Roma) al contatto tra i calciatori, la preparazione delle partite.

Si attende la prossima settimana, la sensazione è che la palla sia in mano al premier Conte. Hanno pesato nell’incontro di ieri le perplessità anche sui diversi casi positivi in Serie A, sei alla Fiorentina (tre calciatori, altrettanti dello staff tecnico-sanitario), prima ancora il caso al Torino con un asintomatico e piazzato in quarantena. Eppoi, Dybala della Juventus e Sportiello dell’Atalanta, guariti dopo oltre 40 giorni e svariati tamponi positivi. Anche in Italia, come in Germania, la quarantena durerebbe sette giorni o due settimane?

I dubbi restano e poco ha contato nelle valutazioni complessive la notizia del rientro in campo del campionato tedesco, la Bundesliga. Al via dal 16 maggio, la mediazione di Angela Merkel sui Lander è stata decisiva. Partite a porte chiuse ma c’è chi è andato di fantasia, come il Borussia Moenchengladbach, che ha già sistemato dei cartonati sulle tribune che consegnano l’effetto ottico del pubblico sugli spalti. E un altro segnale del nulla di fatto era arrivato anche in precedenza dal ministro Spadafora, che rispondendo a un’interrogazione alla camera aveva parlato di assenza di certezze sul via agli allenamenti dal 18 maggio.
E nell’incertezza sulla ripartenza e sul balletto che si prolunga da settimane tra il ministero dello Sport, la Figc e le leghe dei campionati, c’è la decisione drastica della Serie C che si ferma: sospeso il campionato, quindi promosse in B le prime tre dei rispettivi gironi (Monza, Vicenza e Reggina, la quarta per media ponderata dovrebbe essere il Carpi) sono bloccate le retrocessioni e bloccati i ripescaggi dai dilettanti.