Il premier giapponese Suga è il primo leader a incontrare il neo presidente americano Joe Biden. Un incontro richiesto subito dopo l’insediamento alla Casa Bianca di Biden e che doveva riallacciare ufficialmente le relazioni tra i due paese dopo l’uragano Trump. Un riavvicinamento già sancito dalla delegazione americana in visita in Giappone il mese scorso. Gli Usa stanno cercando di ritornare nella partita asiatica con l’ottica di limitare il campo d’azione della Cina.

La forza d’urto della diplomazia asiatica americana, però, rischia di peggiorare e non poco le relazioni tra paesi asiatici e Cina. Stando a indiscrezioni usciti prima dell’incontro di ieri, infatti, Washington sarebbe riuscita a convincere Tokyo a inserire nel comunicato ufficiale l’impegno a preservare l’auotonomia di Taiwan, isola che Cina rivendica come parte del proprio territorio.

L’importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan era già stata precedentemente menzionata nella dichiarazione congiunta rilasciata dai ministri della Difesa e degli esteri dei due paesi il 16 marzo. Questa nuova precisazione, che di sicuro sarà letta come un atto di grande ostilità da parte della Cina, arriva mentre l’esercito di Pechino ha iniziato sei giorni di mobilitazioni nelle acque vicine alle coste di Taiwan e mentre sull’isola c’è una delegazione informale americana, per ribadire l’impegno personale di Biden per il destino politico di Taipei.

«Mi aspetto che vedrete sia una dichiarazione formale che consultazioni su questi argomenti», ha detto un funzionario americano all’Asia Nikkei Review, primo media a rivelare questo particolare, «E penso che questo sia coerente e in linea con il tipo di dialoghi e discussioni che ci sono stati tra gli Washington e Tokyo negli ultimi tempi».

«Voglio sottolineare – ha aggiunto – che nessuno dei due paesi sta cercando di aumentare le tensioni o di provocare la Cina, ma allo stesso tempo, stiamo cercando di inviare un chiaro segnale che alcuni dei passi che la Cina sta compiendo sono antitetici alla missione di mantenere la pace e la stabilità». Il funzionario ha poi affermato che gli Stati Uniti hanno anche riconosciuto i profondi legami economici e commerciali tra Giappone e Cina, aggiungendo che «Il primo ministro Suga vuole seguire un percorso attento e noi lo rispettiamo».

Insomma, su Taiwan Biden non si sta comportando molto diversamente da Trump, smuovendo una situazione che in realtà né a Pechino né a Taipei risulta particolarmente gradita. Se è vero che politicamente tra Taiwan e Cina volano spesso parole forti, la realtà indica che a entrambi la situazione va bene così, tenendo anche presente i legami economici e un accordo di libero commercio che non è stato affossato. Portare la questione al centro del più ampio scontro geopolitico tra Cina e Stati Uniti non è un favore né all’autonomia di Taipei, né alla richiesta costante della Cina di stabilità nell’area.
Non a caso tra i temi che sono stati discussi da Suga e Biden c’è anche quello dei semiconduttori e della Corea del Sud; a questo proposito Biden incontrerà Moon Jae-in a fine maggio a Washington.