Alla Frontiera (di cui si è occupato nei mesi scorsi, per le edizioni Odoya, un ricco volume di Federico Simonti) è stato dedicato il ventennale dell’Ariano Folk Festival. Per il filosofo del nostro tempo «liquido» Zygmunt Bauman «le frontiere, materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a volte dei campi di battaglia, ma sono anche workshop creativi dell’arte di vivere insieme». Cos’è dunque «Frontiera» oggi nel campo dell’arte e del consumo culturale? «Nell’anniversario dei nostri vent’anni di vita – dice Francesco Fodarella, direttore artistico della rassegna – abbiamo pensato alla frontiera quasi come un obbligo del nostro vivere civile. Un obbligo di accoglienza ovviamente, e qui le contraddizioni odierne dei migranti sono sotto gli occhi di tutti. Ma anche un obbligo di apertura mentale che può avvenire soltanto con l’incontro proficuo con l’altro, con il diverso da sé. E se non è la musica ad aprire questi orizzonti, quale altra cosa può farlo?». C’è da dire che, terminata con successo all’alba di lunedì 24 agosto la kermesse arianese, è giunta l’ora di raccoglierne i frutti di un lungo e proficuo lavoro: una struttura con centro studi e quant’altro sulla world music, con sede stabile in uno dei locali pubblici della cittadina. Praticamente un impegno civile e politico che tramuti questa invasione proficua di consumo musicale e culturale in lavoro. Una lezione insomma per l’asfittico e decadente mondo politico italiano che lascia le strutture culturali in agonia. C’è l’impegno degli organizzatori a discuterne al più presto. Intanto va registrata la lunga carrellata di ottima musica (con contorni letterari, cinematografici, teatrali, di scoperte del territorio, di cibi genuini) che ha spaziato nei giorni del festival. Dal travolgente ritmo dei piemontesi Mau Mau (da ricordare a chi dimentica che i mau mau erano il gruppo di liberazione del Kenia dalla colonizzazione inglese) al reggae o tropical pop di Hollie Cook (figlia di Paul, batterista dei Sex Pistols), dai ritmi brasiliani dei Forrò Miòr al reggae bolognese dei Gardenhouse, il festival è andato in crescendo conservando le sue bordate finali nei sei concerti di sabato e domenica, un dialogo a distanza tra la scena italiana più interessante e quella internazionale più intrigante. Dove nella giornata di sabato un fuoco di fila italiano ha squadernato un tris che dai siciliani Tinturia, con il loro «sbrong» che è un miscuglio di pop, folk, rock, rap, ai salentini Mascarimirì affiancati dai francesi di Nux Vomica con il loro intreccio di punk e dub tarantolato, è catapultato nella rappresentazione cantautorale di Luca Bassanese accompagnato dalla Piccola Orchestra Popolare. Un’esibizione travolgente dal forte impatto scenico e musicale. L’attore, musicista, scrittore e cantastorie si è di nuovo rivelato uno degli esponenti più interessanti del mondo musicale popolare italiano.
Domenica il gran finale con il duo portoghese dei Dead Combo, contrabbasso e chitarra in un viaggio nell’ipnosi più ammaliante: dalla Lisbona che fu all’arte nelle sue varie sfaccettature, al cinema con i rimandi di colonne sonore più evocative e un uso sapiente di altri strumenti musicali in un intreccio tra fado, rock e musica elettronica. Sergio Mendoza y la Orkesta ci ha trasportati, con la sua musica latina lodata entusiasticamente negli Stati Uniti dal New York Times, sull’onda di una carrellata di mambo dal forte impatto psichedelico.
Con la sua Orkesta, una «big mambo band» fatta davverodi tantissimi elementi, ha trascinato il pubblico di Ariano in un gioco di cumbia e mambo tradizionali rivisitati in termini che più vitalistici non si potrebbero. I Calexico hanno chiuso fino a notte fonda i grandi concerti. Un percorso nel sound dei ritmi americani dell’Arizona, del Messico, con miscele esplosive di rock, western, gipsy, jazz, mariachi, e musiche cinematografiche composte ad hoc anche come colonne sonore (Guero canelo in Collateral di Michael Mann, ad esempio). E il concerto non poteva che concludersi con un piccolo omaggio anche a Vinicio Capossela, con cui hanno suonato insieme: praticamente un passaggio di testimone anche da parte dell’Ariano Folk Festival a un cantautore che si appresta alla sua kermesse musicale dello Sponz Fest da oggi fino al 30 agosto in un altro luogo della provincia, a Calitri, nella dirimpettaia Alta Irpinia.