Mentre aumenta l’incidenza del virus, cala l’efficacia dei vaccini. Dopo l’annuncio e la relativa circolare ministeriale che estende fino ai quarantenni la dose booster dal 1 dicembre, il direttore generale della prevenzione Gianni Rezza ha illustrato ieri come si sia giunti a questa decisione. «La protezione dei vaccini rimane elevata, ma anche in Italia osserviamo una discesa nell’efficacia abbastanza veloce sei mesi dopo la vaccinazione» ha detto l’epidemiologo presentando i dati sul monitoraggio settimanale.

«L’esperienza di altri paesi ci insegna che, se non interveniamo precocemente con la terza dose, saremo obbligati a prendere misure troppo gravose. Procedere subito alle vaccinazioni forse ci potrà evitare quel picco di casi che porterebbe a nuove restrizioni». I dati sull’efficacia raccolti dall’Istituto superiore di sanità mostrano che nei vaccinati la difesa contro l’infezione scende dal 75 al 50% e nei confronti del ricovero dal 92% all’82% a sei mesi di distanza dalla vaccinazione. Un calo effettivo, ma non catastrofico.

In parallelo, ma per ora senza un legame di causa-effetto con la diminuita efficacia dei vaccini, l’incidenza del virus è salita. I dati di ieri sono praticamente identici a quelli di giovedì, con 8516 nuovi casi e 68 decessi. Ma il trend all’insù è confermato nel report settimanale della Cabina di regia Iss/Ministero. L’incidenza del virus è passata da 53 a 78 casi settimanali per centomila abitanti. Nel nord-est, l’area più esposta all’ondata mitteleuropea, arriva a 115 in Veneto, a 233 in Friuli-Venezia Giulia e a 316 nella provincia di Bolzano.

L’INDICE RT, che valuta il tasso di crescita dei soli sintomatici, è a quota 1,24. Tutte le regioni, Calabria esclusa, sono state classificate «a rischio moderato» sulla base degli indicatori relativi alla diffusione del virus e all’impatto sul sistema sanitario. Questo significa che, con le regole in vigore fino a luglio – poi modificate per salvare la stagione – molte regioni sarebbero già in zona gialla, e l’Alto Adige addirittura in zona rossa.

L’ANALISI SULLE FASCE di età conferma che la massima incidenza si osserva nel gruppo 0-19 anni. Nel sottogruppo delle scuole elementari si tocca un picco di 130 casi settimanali per centomila abitanti. È un dato che va interpretato anche alla luce della sorveglianza scolastica, che ora prevede un tampone per tutta la classe dopo il primo caso positivo. Il numero di test potrebbe dunque aver ingrandito artificialmente l’incidenza. Per avere un dato più oggettivo, Rezza annuncia che «l’Iss sta per pubblicare i dati relativi alle scuole sentinella», gli istituti scolastici oggetto di screening periodico con tamponi salivari. È la prima indagine sistematica del ministero sulla dinamica del contagio all’interno delle classi, e sarà preziosissima per stabilire se il virus si diffonde tra i banchi o se i contagi registrati in età pediatrica hanno origine all’esterno, magari sui mezzi di trasporto pubblico per la cui sicurezza è stato fatto poco o nulla.

Il futuro è un’incognita anche per gli esperti. Ieri il fisico Roberto Battiston ha profetizzato che i casi positivi continueranno ad aumentare fino a raggiungere i 20-30 mila giornalieri a Natale. Anche il Cts ha sollecitato i suoi modellisti, racconta Rezza. «Non escludiamo un ulteriore aumento, con una crescita anche dei ricoveri in terapia intensiva» ma dire di più sembra impossibile. «È una situazione nuova e fare delle previsioni sull’andamento dell’epidemia è molto difficile» ha proseguito l’esperto «ma le misure adottate in Italia, come il green pass, che non ci dà rischio zero ma lo riduce, dovrebbero abbassare il rischio».