Eros Cinti, 42 anni, due figli di sei e undici anni, è morto ieri mattina alle 8.30 colpito da una copertura in acciaio di un alternatore caduto, forse a causa del forte vento, da una gru. Si trovava nello stabilimento dell’Ansaldo Energia, davanti al nuovo ingresso in via 30 Giugno, sotto ciò che resta del Ponte Morandi crollato il 14 agosto scorso a Genova. Non è escluso che il lavoratore sia rimasto schiacciato tra due casse di ferro che stava trasportando con un collega. Cinti era dipendente della ditta Geko, che si occupa di movimentazione. Aveva perso la moglie da poco tempo, morta di tumore.

I sindacati e la Rsu hanno proclamato otto ore di sciopero immediato di tutti i lavoratori dell’Ansaldo, diretti e indiretti. Primo, secondo e terzo turno, comprese le lavoratrici della mensa. Oggi i sindacati hanno proclamato un’ora di sciopero in tutte le fabbriche metalmeccaniche e della logistica di Genova e del comprensorio. Ansaldo Energia, in accordo coi sindacati, devolverà l’equivalente delle ore di sciopero ai figli e ai familiari della vittima.

«Una famiglia distrutta e noi non possiamo altro che gridare il nostro dolore, siamo impotenti. Ma continueremo a gridare e se fare sentire la nostra voce» Vogliamo dare un segnale – ha detto il segretario generale della Fiom Cgil di Genova, Bruno Manganaro – Non si può uscire di casa per andare a lavorare e avere un futuro e non tornare più. Noi continueremo a gridare la necessità che ci sia più chiarezza, ma è un grido inutile se non è ascoltato da istituzioni e aziende». La Cgil Nazionale ha rinnovato l’invito al governo a definire una strategia nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro, unico Paese europeo a non averla ancora messa a punto. «Dichiarazioni e promesse non bastano più». «La sicurezza sul lavoro resta un’emergenza nazionale nel silenzio inaccettabile del governo e della politica» ha detto la segretaria della Cisl Annamaria Furlan. Cordoglio è stato espresso dal sindaco di Genova Marco Bucci, dal governatore della regione Liguria Giovanni Toti, dal cardinale Angelo Bagnasco.

Dall’inizio del 2019 ci sono stati 32 morti sul lavoro. Nel 2018 le vittime sono state 704. Con i morti sulle strade e in itinere oltre 1450. Rispetto al 2017 è stato registrato un aumento del 9,7%