Restano le lamiere accartocciate, i due morti, i ventitré feriti e tanti dubbi. E resta nella memoria di chi c’era quel boato terribile, «come un terremoto» ha raccontato uno dei passeggeri del treno Torino-Ivrea, che mercoledì sera sì è scontrato con un tir, un trasporto eccezionale, rimasto incastrato tra le sbarre di un passaggio a livello a Caluso (Torino), un comune del Canavese.

UN IMPATTO VIOLENTISSIMO. Il macchinista del treno, Roberto Madau, 61 anni, residente a Ivrea, è morto sul colpo, l’autista del mezzo di scorta al camion, Stefan Aureliana, 64 anni, originario della Romania e residente a Busto Arsizio, è deceduto all’arrivo al Cto di Torino, dove è ricoverata in gravi condizioni anche la  capotreno  Morena Gauna di 35 anni.

L’autista del tir, il lituano Darius Zujis, 39 anni, è indagato per disastro ferroviario. Visibilmente scosso, illeso e negativo all’alcoltest, ha dichiarato: «Non ho deciso il percorso per arrivare a Foglizzo. Non decido nulla, mi guida l’equipaggio in cuffia perché con il carico la visibilità è fortemente ridotta». Ieri, è stato interrogato per quasi due ore dal procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando che coordina l’inchiesta della Polfer: «Il punto cruciale da chiarire sono le  comunicazioni fatte o non fatte dalla ditta che si occupa delle scorte con la polizia stradale, le Ferrovie, l’Anas e tutti i soggetti  che sono chiamati a organizzare il passaggio di un transito eccezionale.  Se le comunicazioni non sono avvenute correttamente allora è un episodio molto grave».

NELLA FRAZIONE ARÈ di Caluso la scena, con la motrice e i vagoni fuori dai binari, è spettrale. Il tir con targa lituana era partito dalla Repubblica Ceca ed era diretto alla Bitux di Foglizzo (a pochi chilometri dall’incidente), specializzata nei lavori di asfaltatura e riparazione buche di strade e autostrade. Trasportava due enormi imbuti. Avrebbe imboccato in contromano il passaggio a livello. Quando la sbarra è scesa, il treno era a un chilometro di distanza: ci sarebbe stato quindi il tempo per frenare, ma il  macchinista non ha ricevuto l’alert di malfunzionamento,  perché la sbarra si è infilata tra la motrice del tir e il rimorchio. «Zujis– ha precisato il pm Ferrando – ha raccontato che quando il semaforo è diventato rosso e ha sentito il suono non è riuscito a fare retromarcia. Se la sbarra fosse rimasta sollevata avrebbe inviato un alert al treno». Per l’Anas «il trasporto eccezionale non ha rispettato le condizioni generali di utilizzo dell’autorizzazione da parte di Anas».

Non è la prima volta che si verifica un incidente su questa linea. Erano le 15,15 del 10 giugno 1992, quando, a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Caluso, all’imbocco della galleria in direzione di Candia, si scontrarono il treno Ivrea-Chivasso e il convoglio Torino–Aosta. Morirono cinque passeggeri oltre a un macchinista. Legambiente ha sottolineato come la linea ferroviaria Chivasso-Ivrea-Aosta «necessiti da decenni di interventi per la riduzione dei passaggi a livello, per l’elettrificazione della tratta Chivasso-Aosta e per il raddoppio dei binari». Lo afferma  Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

«SONO ALMENO 30 ANNI – ricorda l’associazione – che gli enti  interessati discutono e approntano un progetto per eliminare il passaggio a livello di Arè, o per realizzare una  circonvallazione. Come troppo spesso accade in Italia, i progetti restano sulla carta. Probabilmente  l’incidente provocherà finalmente un’accelerazione per la messa  in opera del progetto, e ovviamente ce lo auguriamo Ma è sempre terribile constatare che ci devono essere delle  catastrofi perché i responsabili prendano le decisioni».

A proposito del passaggio a livello ieri è intervenuta anche Rfi, in risposta alle dichiarazioni del sindacato Orsa, che aveva proclamato sciopero in considerazione anche del ritardo di interventi sull’infrastruttura ferroviaria: «Sulla rete gestita da Rfi ci sono 4.518  passaggi a livello (dato al 31 dicembre 2017),pienamente rispondenti ai criteri previsti dall’organismo di controllo  della sicurezza ferroviaria». Sono ancora molti i nodi da sciogliere.