Stracci imbevuti di liquido infiammabile e accesi con fiammiferi antivento. Sono quelli che, in una notte di nebbia fitta, sono stati avvolti ai cavi dei pozzetti della stazione di Santa Viola a Bologna. Quelli che hanno determinato il blocco della circolazione ferroviaria nel nodo bolognese che per alcune ore ha vissuto un vero caos nei giorni delle partenze natalizie e in un giorno comunque lavorativo, diventato impossibile da affrontare per i pendolari visto che a sera l’Alta velocità era stata ripristinata regolarmente ma le linee convenzionali avevano ancora ritardi.

«Terrorismo contro l’alta velocità», si precipita a dire il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, ma Matteo Renzi lo corregge e mezz’oretta dopo, intervenendo a Rtl dice: «Non torniamo a rievocare parole del passato, è in atto un’operazione di sabotaggio e verifichiamo quanto accaduto». «Lo stato non si farà intimidire e l’alta velocità verrà completata» tuona il ministro Alfano nel pomeriggio. E mentre la politica si esercita nel commento le indagini iniziano subito a scandagliare la galassia anarchica e il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso avverte che gli inquirenti si muoveranno solo su dati certi: «Allo stato io non traggo conclusioni. Le trarrò sulla base dei risultati che le indagini mi daranno man mano. Poi ognuno può fare le dichiarazioni che vuole…». Le ipotesi di reato sono pericolo di disastro ferroviario causato da danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento seguito da incendio. Per ora non è stata contestata nessuna aggravante di terrorismo. Ieri sono state perquisite, senza esiti utili, le case di quattro attivisti di area anarchica che vivono a Bologna.
Durante la lunga giornata l’atteggiamento dei passeggeri in partenza dalla stazione è passato dallo stupore, per ritardi che alle 8 del mattino erano anche di 150 minuti sui treni a lunga percorrenza, alla rassegnazione. Il blocco della circolazione ha avuto ripercussioni in tutta Italia ma se l’alta velocità verso le 15 era stata ripristinata per le cosiddette linee convenzionali (usate dai pendolari) si è dovuto aspettare fino alle 17.20 per rendere operativa la Bologna-Milano, quella più pesantemente coinvolta.

Il perché gli investigatori abbiano subito imboccato la pista anarchica va cercato nell’analogia (con qualche differenza) delle due bottiglie di plastica riempite di benzina con un innesco realizzato con fiammiferi e diavolina piazzato all’uscita della galleria di San Donato a Rovezzano (Bagno a Ripoli) in due pozzetti accanto i binari sulla Firenze-Roma all’alba di domenica. Analogie per i pozzetti, differenze per l’innesco. Ma se le persone che hanno agito a Firenze sarebbero state inquadrate da alcune telecamere, a Bologna non sarà possibile utilizzare filmati: le telecamere non inquadrano l’area dove è stato appiccato l’incendio doloso e la notte scorsa era scesa una nebbia fitta. Gli investigatori di Bologna e Firenze si erano incontrati proprio lunedì per un vertice sugli attacchi all’alta velocità. Sempre a Bologna, non lontano da Santa Viola, a maggio erano stati tranciati alcuni fili elettrici a Lavino di Mezzo e poi appiccato il fuoco in un pozzetto con materiale infiammabile e inneschi, a quanto pare stracci. Pare una prova di quello che è accaduto l’altra notte. E in questo mese ci sono state altre due azioni a Milano e a Torino.

Sempre per comprendere meglio l’indirizzo delle indagini verso l’area anarchica c’è il testo «Lanciare il cuore oltre la rassegnazione» che mescola vecchia e nuova lotta contro l’alta velocità. Un testo dove vengono riportati passaggi di «Con le unghie e con i denti» del coordinamento contro l’alta nocività di Torino scritto nel 1998. Era l’anno dei suicidi in carcere (e ai domiciliari) di Sole e Baleno, vittime degli arresti dell’inchiesta contro gli attentati ai tralicci in val Susa da cui uscirà vivo solo Silvano Pellissero, assolto nel 2002 ma con 4 anni di reclusione alle spalle. «Le vie dell’alta velocità sono infinite e bloccarle è alla portata di tutti», è scritto nel documento che poi fornisce altre indicazioni su come si possa «lanciare il cuore oltre la rassegnazione».

Un piccolo discorso lo merita anche l’isteria sulle scritte che si è determinata in mattinata, rimbalzata dalle agenzie ai siti di informazione, arrivando a legare alla protesta no tav anche delle tag di writers che affollano quell’area ferroviaria. Sui social network è corsa per tutto il giorno l’ironia sul «movimento no tag». La polizia ferroviaria ha spiegato che è una la scritta che interessa, vergata con vernice verde e che reca semplicemente scritto No TAV. «Potrebbe essere fresca» dicevano i funzionari ieri mattina sui binari della stazione Santa Viola.