Il Pentagono ha deciso di lasciare a terra l’intera flotta degli F35 a seguito dell’ennesimo disguido riscontrato al motore. In un comunicato ufficiale è stato specificato che verranno effettuati ulteriori controlli, per comprendere al meglio le cause dei problemi che hanno portato ad un incendio, in fase di decollo e senza alcun incidente al pilota, di un F35 all’interno della base di Eglin in Florida. Secondo quanto specificato dai testimoni alla Reuters, l’incendio avrebbe bruciato la parte superiore del caccia. L’episodio sarebbe avvenuto lo scorso 23 giugno e costituisce l’ennesimo disguido di un F35.

Già nel febbraio del 2013 la flotta Usa venne costretta a terra perché sulle turbine venne rilevata una frattura. Vennero condotti esami che stabilirono come la natura del problema fosse circoscritta e risolvibile. Nel marzo dell’anno scorso è inoltre emerso un rapporto dell’Operation Test and Evaluation Directorate del Pentagono secondo cui l’F35 sarebbe incapace di combattere: in pratica, veniva specificato, non avrebbe alcuna chance di successo in uno scontro reale con caccia ben più datati. E lo scorso 15 giugno in Arizona, un pilota di uno dei velivoli a decollo verticale aveva riscontrato altri problemi al motore (una perdita di olio).

L’ennesimo incidente inoltre rovina una serie di appuntamenti internazionali, durante i quali gli F35 avrebbero dovuto fare la parte del leone. Il primo era il passaggio in cielo per il battesimo della nuova portaerei britannica H.M.S. Queen Elizabeth, previsto per ieri, immediatamente cancellato. Poi sarebbe stata la volta di due air show, sempre in Gran Bretagna, l’11 luglio il Royal International Tattoo e il 14 il Farnborough International Air Show. I preparativi per la partecipazione vanno avanti, ha fatto sapere il Pentagono, ma «una decisione finale sarà presa all’inizio della prossima settimana».

Naturalmente la notizia dell’ennesimo intoppo dei supercaccia, ha presto fatto il giro del mondo, confermando i tanti dubbi – espressi anche da tecnici americani – sull’affidabilità di questi aerei costosi che Washington sta cercando di «piazzare» a mezzo mondo. Lo stesso Obama, durante la sua visita in Italia, aveva ricordato la promessa di acquisto da parte di Roma. E ieri il Giappone, altro potenziale acquirente, ha comunicato che chiederà lumi sull’affidabilità dei caccia a esponenti americani la prossima settimana, in occasione di una visita di Stato a Tokyo, mentre Australia e Corea del Sud, avrebbero confermato i propri acquisti, secondo quanto rilasciato alle agenzie di stampa dai rispettivi governi.

Ieri dunque il Pentagono ha comunicato di aver bloccato a terra tutta la flotta di F35 – composta da 97 aerei – prodotti dalla Lockheed Martin Corp. Almeno fino a quando non verranno completati tutti gli accertamenti necessari sul motore dell’aereo da guerra costruito dalla Pratt & Whitney, una divisione della United Technologies Corp.

I media americani hanno sottolineato come si tratti dell’ennesimo problema al motore, di quello che ad oggi è il programma militare americano più costoso: 389 miliardi di dollari il costo della flotta (il 71 percento in più rispetto a quanto programmato nel 2001). «Sono già stati ordinati ulteriori controlli sui motori degli F35 il cui ritorno al volo sarà determinato dai risultati delle ispezioni e dalle analisi dei tecnici», si legge in una dichiarazione del Dipartimento della difesa americana rilasciata ieri. Secondo il portavoce della Pratt & Whitney, ovviamente, «sarebbe il caso di commentare l’accaduto solo dopo gli esami tecnici e le ispezioni».

All’affermazione dei produttori del motore ha fatto eco una fonte della Reuters, secondo la quale sarebbe da escludere un problema di fabbricazione. Rimangono i dubbi, confermati da chi gli F35 dovrebbe comprarli, sborsando parecchi soldi. Non a caso i giapponesi, attraverso le parole del ministro della difesa Onodera hanno annunciato di voler discutere i problemi degli F35 la prossima settimana durante la visita di Stato del segretario della Difesa Chuck Hagel. «Il viaggio di Hagel sarà una buona occasione per discutere di questi dettagli e per saperne di più sulle cause dell’incidente», ha specificato in un comunicato Onodera.

Tokyo ha un ordine attivo di 42 F35, in sostituzione dei vecchi F15, realizzati dalla Mitsubishi Heavy Industries. Australia e Corea del Sud invece, hanno fatto sapere di non voler cambiare i propri piani di acquisto: Sidney ha confermato l’acquisto di 58 aerei, Seul di 40.