Inaugurato il Guardiano dell’Alba, nuovo software contro il sabotaggio
Venezuela Maduro si prepara alle comunali dell’8 dicembre. Prove tecniche di voto per oltre 300.000 persone
Venezuela Maduro si prepara alle comunali dell’8 dicembre. Prove tecniche di voto per oltre 300.000 persone
Oltre 300.000 persone si sono recate alle urne domenica in Venezuela per partecipare a una simulata delle elezioni comunali, in calendario l’8 dicembre. «Un successo», ha commentato Nicolas Maduro, presidente della Repubblica bolivariana da un po’ più di sei mesi. Le prossime consultazioni saranno un importante banco di prova per il suo «governo della strada» che ha un grosso perno proprio nelle «comuni socialiste» e nella gestione partecipata delle risorse da parte dei cittadini. L’8 dicembre, su un paese che conta quasi 30 milioni di persone, sono iscritti a votare in 19.066.431, compresi 215.124 stranieri che risiedono nel paese da più di dieci anni. Non voteranno invece i 100.985 che abitano all’estero. La campagna elettorale inizierà ufficialmente il 16 novembre e durerà 20 giorni, ma i candidati a sindaco stanno già illustrando il loro programma alle comunità locali. Il chavismo e la destra sottometteranno alle urne due diversi progetti di paese, uno basato sul «socialismo del XXI secolo», l’altro sul modello neoliberista variamente modulato.
In una società altamente politicizzata, i candidati già discutono a tribuna aperta, sui media, in parlamento o per strada, i temi caldi del paese: inflazione, cambio del bolivar al mercato nero, insicurezza, corruzione. Su quest’ultimo punto, Maduro ha insistito particolarmente durante la sua breve campagna elettorale: iniziata sotto il segno del lutto per la morte del suo carismatico predecessore, Hugo Chávez, scomparso per un tumore il 5 marzo. Come promesso, Maduro ha istituito una squadra segretissima di ispettori che ha già prodotto risultati visibili, compiendo arresti eccellenti anche tra le fila del chavismo. Per andare più a fondo, il presidente ha chiesto al parlamento l’approvazione della Ley habilitante che, come prevede la costituzione, gli conferisce di andare più in fretta in alcune decisioni, e in questo caso in materia di corruzione. Il suo predecessore l’aveva utilizzata soprattutto per accelerare le riforme economiche in attesa dell’approvazione di alcune leggi attesissime e molto dibattute nel paese come quella del lavoro. L’opposizione chiede invece che questo avvenga tramite referendum, e spera che una sconfitta del chavismo alle comunali debiliti l’autorità del presidente. Henrique Capriles, leader della Mesa de la unidad democratica (Mud) è stato sconfitto di misura da Maduro alle elezioni del 14 aprile e non ha mai accettato i risultati. D’altronde, per far approvare in parlamento la Ley habilitante, al campo socialista, pur maggioritario mancherebbe un voto (se tutti mantengono il proprio colore): quello del « deputato 99», diventato il nuovo tormentone venezuelano, oggetto di satira e di proiezioni. Per far approvare la legge, ci vogliono infatti i tre quinti degli aventi diritto, ossia 99 su un totale di 165, e i chavisti sono 98.
«Dobbiamo accelerare il processo di costruzione al socialismo in tutti gli spazi della nostra patria», ha detto il presidente ricordando le linee guida di Chávez sulle «comuni socialiste» e sulla sovranità del paese. In quest’ottica, è stato creato un nuovo software libero chiamato Guardiano dell’Alba, che dovrebbe proteggere dai sabotaggi nel sistema petrolifero come quello attuato durante il golpe del 2002. Allora, nell’impresa statale Pdvsa ce n’era uno targato Usa e, scomparse le password, si dovettero chiamare gli hacker per riattivare la produzione.
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