Nel romanzo di Maurizio Valtieri, La conversione dell’arcobaleno (Edizioni Croce, pp. 224, euro 15), c’è un «noi» che comprende l’autore e i lettori, c’è una condivisione, come se lo scrittore avesse deciso di prenderci per mano e mostrarci in che modo nella vita quotidiana di una famiglia possano accadere cose da cui non è possibile tornare indietro, per cui non esiste alcuna possibilità di redenzione: «se gli eventi di questa storia fossero narrati in un film, ciò che vedremmo nella sequenza d’inizio sarebbe un’isola umana devastata da uno tsunami». Valtieri ci vuole mostrare anche quali sono i rischi o meglio le atrocità della discriminazione contro l’omosessualità. L’istanza metanarrativa nel romanzo occupa uno spazio minimo, anche se è una breccia significativa all’interno di un testo con una trama ben strutturata e variegata.

IL PROTAGONISTA Davide è un giovane consapevole del proprio orientamento sessuale, che incontriamo nelle prime pagine mentre si accinge a compiere un viaggio d’amore in Sud America. Da segnalare il racconto delle scene di sesso in questo romanzo, ben fatto: non è molto usuale incontrare la descrizione di amplessi nella letteratura corrente e sarebbe ingiusto allora ignorare la scelta di Valtieri di non rimuovere il fatto che omosessuali o etero le persone hanno delle voglie. L’autore utilizza queste prime pagine felici come preludio al precipitare paradossale degli eventi. Colpisce che nella narrazione di macro-questioni come la corruzione della Chiesa e il suo atteggiamento quanto meno paradossale nei confronti dell’omosessualità, Valtieri mantenga il focus sempre sui personaggi, sui loro punti di vista completamente diversi, sulla singolarità imprescindibile anche quando intorno agiscono i massimi sistemi. Restano così impressi al lettore Tatiana e Roberto, diciassettenni come Davide, intenti a escogitare modi per aiutare l’amico intrappolato in un istituto religioso dove dovrebbero «curare» la sua omosessualità, attraverso metodologie malefiche. È bravo Valtieri a raccontare il loro amore totale e gioioso, proprio di una coppia di adolescenti che ha avuto la ventura di incontrarsi e di costruire il proprio destino amoroso, qualsiasi sia il corso che esso prenderà, sulle fondamenta di una relazione che è quella di due amici, che adorano essere amanti.

RIUSCITO anche il personaggio della nonna Stella, che svolge il ruolo di uno degli aiutanti del protagonista e che consola il lettore: è sempre una benedizione quando in una famiglia devastata dal fato e poi dall’angoscia qualcuna riesce a mantenere lucidità e un ruolo positivo. La relazione con sua nonna per Davide funge da cerchio di luce che delimita l’orrore dei personaggi che gestiscono l’Istituto dei Soldati di Cristo Re.
Accanto a coloro che svolgono ruoli di potere, corrotti e privi di scrupolo, risultano interessanti figure come quella di Padre Alfonso Aguilair: ci ricordano che per il mantenimento di un sistema ingiusto coloro che passivamente vi si adeguano sono importanti almeno come quelli che lo hanno ideato. Infine, si apprezza nel romanzo l’espressione di una visione politica ed esistenziale, secondo la quale il tentativo, qualsiasi, di negare il valore del desiderio altrui quand’esso si sposti dai binari della norma consuetudinaria altro non è che la ricerca di «ordine e controllo», insomma fascismo.