Fa autocritica: «Occorre riconoscere che evidenti criticità hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico in quelle ore», dice parlando del giorno in cui la sede della Cgil a Roma è stata presa d’assalto da un manipolo di manifestanti. Ma respinge anche al mittente le insinuazioni di chi, come la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, l’ha accusata di aver creato una «nuova strategia della tensione» permettendo la devastazione della sede sindacale: «Devo respingere fermamente questa lettura. Oltre a non tener conto del susseguirsi dei fatti, insinua il dubbio che le forze di polizia si prestino a essere strumento di oscure finalità politiche» dice Luciana Lamorgese.

LA MINISTRA dell’Interno interviene alla Camera e al Senato sugli scontri avvenuti a Roma il 9 ottobre scorso. Alle spalle ha dieci giorni di passione, cominciati proprio con quel sabato in cui le forze dell’ordine hanno dimostrato evidenti carenze nella gestione della piazza e proseguiti fino a due giorni fa con le cariche ai portuali di Trieste. In mezzo anche gli scontri avvenuti a Milano sempre durante una manifestazione di no Green Pass. Una sequenza di violenze come non si vedeva da tempo e che allarmano la titolare del Viminale anche in vista del G20 fissato per la fine del mese nella capitale. «E’ una protesta dal carattere sfidante intenzionata a non fermarsi», avverte riprendendo l’allarme lanciato pochi giorni fa dal capo della polizia Lamberto Giannini. «Una protesta che ha investito minacciosamente ogni ambito facendo emergere nuovi soggetti da tutelare e nuovi obiettivi sensibili da proteggere. Non possiamo in alcun modo abbassare la guardia».
Parole che gli procurano le contestazioni di chi da mesi chiede le sue dimissioni. E infatti urla e interruzioni arrivano dai banchi di FdI e Lega con Matteo Salvini che attacca a testa bassa: «Io appositamente non parlo di sbarchi, rave party, baby gang… ne stanno succedendo di tutti i colori» dice nella sua replica al Senato. «Parlo di quello che è accaduto la settimana scorsa e che ci ha fatto fare una figura meschina a livello mondiale. Ministro si prenda le sue responsabilità: se non ha capito cosa stava succedendo è grave, se lo ha capito e lo ha permesso è ancora più grave. Molto semplice».

LA RICOSTRUZIONE delle violenze di Roma evidenzia la sottovalutazione di quanto sarebbe potuto accadere nel corso della giornata. Gli organizzatori della protesta, spiega la ministra, avevano parlato di una partecipazione di circa mille persone, numero che avrebbe potuto salire fino a 3-4 mila. Ed è sulla base di queste cifre che sono state calibrate le forze da mettere in campo: «840 uomini tra polizia, carabinieri e Guardia di finanza» spiega Lamorgese. Numero che si è rivelato del tutto inadeguato quando gli agenti si sono ritrovati di fronte 12 mila persone.

La ministra ricostruisce poi i momenti precedenti l’assalto alla Cgil. A partire dalla presenza di Giuliano Castellino il leader romano di Forza nuova che, spiega Lamorgese, era in piazza perché la sorveglianza speciale lo consente e «solo la ricorrenza di altri validi motivi di legge nel pomeriggio del 9 ottobre ne hanno potuto giustificare l’arresto». «L’intenzione dei manifestanti di dirigersi verso la sede sindacale non è stato il frutto estemporaneo dell’incitamento di Castellino» prosegue la ministra, bensì «è emersa già prima poiché oggetto di una esplicita richiesta di valutazione delle autorità di polizia che intanto avevano invitato i manifestanti ad attendere anche al fine di indicare loro eventuali percorsi e siti alternativi. Alle 16.45 senza che fosse stata accordata alcuna autorizzazione circa 3 mila manifestanti ha iniziato a muoversi in corteo». L’irruzione alla sede della Cgil «è stato il momento più drammatico» ricorda la ministra, che parla di «un momento durato otto angoscianti minuti».

INFINE gli avvenimenti di Trieste. Per la ministra esistono «caratteristiche analoghe con i fatti di Roma». «Nonostante il richiamo del prefetto alla palese illegittimità dello sciopero – spiega – è stato attivato un presidio al varco 4 impedendo la scarico e carico delle merci a 700 mezzi pesanti». La decisione di intervenire sarebbe stata presa durante il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza tenuto sabato. «Nei momenti di maggior tensione – prosegue Lamorgese – si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell’ordine pubblico ed è stato necessario fare uso di idranti e lacrimogeni». A Milano, infine, per Lamorgese tra i manifestanti erano presenti anche «80 persone riconducibili all’area anarchica». «Lo sparuto gruppo di militanti anarchici» ha provato a raggiungere la sede della Regione ma, ha concluso la ministra, «anche in questo caso sono stati immediatamente bloccati».