Non c’è più religione… In Venezuela, la Conferenza episcopale ha respinto al mittente l’appello del papa che li invitava a «costruire ponti», a evitare la violenza e a riprendere il dialogo con il governo Maduro. Un avallo alla proposta di Assemblea costituente, lanciata dal presidente il 1° maggio. La Mesa de la Unidad Democratica (Mud) ha respinto la proposta, benché quella dell’Assemblea costituente sia stata una sua richiesta fin dal 2014.

Altri 17 partiti di opposizione – Bandera Roja, Movimiento al Socialismo, Joven, Opina, Juan Bimba, Democracia Republicana, Movimiento Republicano, Poder Laboral, Resistencia Civil, UPT 89, Democracia Renovadora, Movimiento Ecológico, Mopiven… – stanno però partecipando ai colloqui e così pure vari settori delle diverse chiese presenti nel paese. Ma le gerarchie vescovili e quei cardinali come il bellicoso Urosa Savino, da sempre schierati in modo politico con le destre, hanno risposto picche. «L’Assemblea costituente è pericolosa per la democrazia», hanno risposto al papa, ribaltando con stizza le sue parole contro la violenza per annunciare una «giornata di preghiera», il 21 maggio. «Non c’è colpo di Stato che non venga benedetto dalla Cev» ha detto Maduro, invitando «il Venezuela a fare un grande sforzo di ragione e di pensiero per arrivare alla pace».

«Siamo convinti che le soluzioni sebbano trovarsi attraverso il dialogo e con mezzi pacifici, costituzionali ed elettorali», ha detto anche Segundo Meléndez, presidente del Movimiento al Socialismo (Mas). Il segretario generale del partito Unidad Democracia Renovadora, José García Urquiola, ha dal canto suo sottolineato che la Mud non può rappresentare tutta l’opposizione, perché ha voluto agire al margine della Costituzione rivolgendo costanti appelli alle elezioni generali, un processo che il suo partito non ha condiviso.

Intanto, mentre continuano le violenze di piazza (già 35 i morti, e la Procura ha presentato il risultato delle inchieste in che nel complesso contraddicono la versione a senso unico delle destre), il vicepresidente, Tareck El Aissami, ha comunicato l’arresto Nixon Alfonso Leal Toro, militante del partito Primero Justicia (quello di Capriles Radonski), accusato di essere a capo di  «un’importante cellula armata», responsabile di aver provocato violenze a Caracas e negli Stati Vargas, Miranda e Carabobo.  Toro avrebbe legami diretti con Julio Borges, attuale presidente del Parlamento, a maggioranza di opposizione. Per l’occasione, è stato mostrato un ingente quantitativo di armi sequestrato.

E mentre dall’Osa il Segretario generale, Luis Almagro, torna a chiedere un incontro urgente dei ministri degli Esteri sul Venezuela (che però ha ufficialmente abbandonato l’organismo internazionale), al Consiglio di sicurezza dell’Onu si è espressa sul tema l’Alta rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Federica Mogherini. «Consideriamo vitale che in Venezuela si fermi l’escalation di tensione – ha detto – e si stabilisca una nuova forma di dialogo accettata da entrambe le parti». Mogherini ha dichiarato il proprio appoggio e la propria disponibilità «a qualunque iniziativa utile» e ha affermato di preferire «una mediazione silenziosa, però effettiva ai discorsi melodrammatici ma vuoti». Finora, da parte europea si è preferito assumere la difesa a oltranza degli argomenti dell’opposizione, esprimendo mozioni di condanna, rifiutate soltanto dai deputati di Izquierda unida o, per l’Italia, dall’europarlamentare Eleonora Forenza (Lista Tsipras-L’Altra Europa). In Spagna, ha respinto senza mezzi termini la campagna internazionale delle destre contro il Venezuela anche il partito Podemos.

Prosegue intanto l’azione dell’ex presidente spagnolo José Zapatero che, insieme a un gruppo di ex presidenti, sta cercando di riportare al dialogo la Mud, sotto l’egida della Unasur e del papa. Ma con scarso esito. Le destre hanno avuto pieno mandato da Trump negli Stati uniti per spingere verso quella che considerano la spallata finale al governo bolivariano, che si sta preparando a giorni ancora peggiori: al modello «siriano», complicato da una campagna di odio che è andata in crescendo durante i 18 anni di chavismo.

Ieri, si è pronunciata sul Venezuela anche la parlamentare Giovanna Martelli, di Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista. «Raccolgo – ha scritto Martelli – la puntuale precisazione dell’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia  che invita a rispettare la sovranità e riconoscere la pace come unico percorso per risolvere i problemi del Venezuela. Noi che abbiamo la responsabilità di rappresentare l’Italia non possiamo non tener conto che la nostra Costituzione affonda le radici nella sovranità popolare, nel rifiuto della guerra come strumento di soluzione delle crisi politiche, nel pluralismo dell’informazione e nella libera espressione di opinione.Questo deve bastare per avere, nei confronti del Venezuela e del suo popolo, grande rispetto e vicinanza con il solo auspicio che attraverso il dialogo si arrivi ad una soluzione pacifica della complessa situazione politica in atto, così come scrive Papa Francesco ai Vescovi Venezuelani. Io come donna, figlia di questa Repubblica, farei sentire la mia voce fino allo stremo se chiunque, con qualsiasi ruolo e non appartenente alla storia del mio Paese intervenisse, usando la sua veste istituzionale, prendendo parte, esprimendo giudizi e valutazioni spesso frutto  solo di rappresentazioni parziali e non di una plurale e veritiera narrazione dei fatti».

In questi giorni, l’Ambasciata del Venezuela ha inviato a giornali e partiti la propria versione dei fatti per respingere «l’irresponsabile manipolazione politica e mediatica» sugli eventi verificatosi in Venezuela. «Invitiamo – scrivono – a rispettare la nostra sovranità. Dobbiamo guardare alla pace come all’unico percorso e fine ultimo per risolvere i problemi della nazione venezuelana e respingiamo l’istigazione all’odio e all’intolleranza da parte di alcuni leader dell’opposizione». Isaias Rodriguez, costituzionalista e attuale ambasciatore del Venezuela in Italia, è stato nominato vicepresidente della Commissione di attivazione dell’Assemblea costituente che si sta riunendo in Venezuela.