Un’agenda rossa vicino al corpo senza vita di Paolo Borsellino. L’immagine appare in un filmato di due ore girato poco dopo l’eccidio in cui persero la vita il giudice e i cinque uomini della sua scorta dai vigili del fuoco accorsi sul posto. E potrebbe rappresentare una svolta nel mistero dell’agenda in cui Borsellino annotava tutte le sue riflessioni più riservate e scomparsa il giorno steso dell’attentato, il 19 luglio del 1992. Nelle immagini – pubblicate ieri da Repubblica – si vede un uomo in borghese, vestito in maniera elegante che si avvicina al cadavere del giudice e con un calcio sposta un pezzo di cartone sotto il quale si trova l’agenda. «Se fosse davvero l’agenda di Paolo sarebbe un fatto di una gravità assurda, l’ennesimo paradosso a cui abbiamo assistito in questi anni, perché sarebbe assurdo pensare che qualcuno non abbia visto un reperto così importante», ha commentato ieri la sorella del magistrato, Rita Borsellino. «Adesso bisogna fare u altro passo in avanti nella ricerca della verità: individuare al persona in borghese che si aggira intorno ai resti di Paolo».
Sono venti anni che gli inquirenti cercano l’agenda, alla quale il giudice prestava un’attenzione partivolare al punto da portarla sempre con sé e da non lasciarla nemmeno nella sua borsa. Dove infatti non venne trovata dopo l’attentato. Per anni si è pensato che qualcuno potesse averla tolta e fatta sparire, ma se quella che si vede nelle immagini è davvero l’agenda rossa di Borsellino, potrebbe aprirsi un nuovo scenario.

Di sicuro quello di cui si parla non è un video inedito, come affermato ieri dal procuratore di Caltanissetta Sergio Lari. «Si tratta di un video già in possesso della procura», ha spiegato. «E’ stato a suo tempo vagliato dalla scientifica e se ci sarà da approfondire nuovi aspetti certamente lo faremo». Certo, anche il magistrato si è chiesto perché nessuno ha mai segnalato la rilevanza delle immagini. «O gli investigatori hanno ritenuto che non potesse essere l’agenda di Borsellino, ritendo che non si sarebbe mantenuta integra vista la temperatura provocata dall’esplosione, oppure è sfuggito all’osservazione. Certamente c’è da capire cosa è accaduto».
Così come è fondamentale capire chi è l’uomo che con il piede sposta il cartone che copre l’agenda. Di sicuro è una persona che si muove senza problemi sul luogo dell’attento, dove polizia e carabinieri avevano invece fatto allontanare tutti i curiosi. Segno evidente che poteva farlo. Un particolare che coincide con quanto già detto ai magistrati dall’ispettore di polizia Giuseppe Garofalo, quando raccontò di aver fermato una persona che si aggirava intorno ai resti dell’auto del giudice. E che alla domanda si qualificarsi avrebbe risposto di appartenere ai «servizi».

Il mistero sull’agenda rossa si intreccia con il processo sulla trattativa Stato-mafia che si aprirà il 27 maggio a Palermo. Gli investigatori sono infatti convinti che Borsellino possa essere stato ucciso perché aveva scoperto l’esistenza di contatti tra una parte delle istituzioni e Cosa nostra e che per questo la mafia abbia deciso di accelerare la sua uccisione. Al processo, tra gli altri, sono stati chiamati a testimoniare anche il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e l’ex procuratore antimafia Pietro Grasso, oggi presidente del Senato. «Dopo aver ascoltato tanta gente nella mia vita, non posso che essere disponibile ad essere ascoltato», ha detto ieri Grasso aggiungendo che, nel caso, la sua audizione potrebbe avvenire a Palazzo Madama.

Intanto dal Pdl proseguono le polemiche per la decisione dei magistrati di sentire il capo dello Stato. «E’ evidente – ha detto Fabrizio Cicchitto – che esiste un nucleo sia pur ristretto di magistrati che vuole destabilizzare tutto il sistema».