“Insorgiamo per il futuro”. Hanno fatto scuola le tute blu della Gkn, così il lunghissimo corteo che parte da piazza Puccini è aperto da uno striscione che richiama l’ormai celebre simbolo della lotta operaia e di popolo contro la chiusura della fabbrica di Campi Bisenzio. Con il sindacalismo di base, per una volta compatto, ci sono anche loro, i lavoratori dello stabilimento di componentistica auto, che insieme ai compagni della Piaggio di Pontedera rendono visibile la presenza di una categoria confederale come la Fiom Cgil alla manifestazione. Arricchita ulteriormente da tantissimi studenti universitari e delle scuole superiori, e da non pochi tesserati Cgil che hanno ugualmente scioperato, condividendo la piattaforma di lotta della giornata.
Sono in tremila in corteo verso la stazione centrale di Santa Maria Novella, denunciando gli effetti che avrà lo sblocco dei licenziamenti su lavoratori sempre più precari, e chiedendo il rilancio dei salari, maggiori investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, e un reale contrasto alla quotidiana insicurezza del e sul lavoro. “Uniti nella lotta”, si legge in uno dei tanti striscioni, mentre i manifestanti scandiscono: “Lavoro, diritti, salute e libertà”.
Non manca in partenza la dichiarata solidarietà alla Cgil dopo l’assalto squadristico a Corso d’Italia: “Tutte le organizzazioni e le associazioni che sono qui, insieme, sono accomunate dall’antifascismo e dall’antirazzismo. Diamo solidarietà alla Cgil, e ribadiamo che l’unico posto per i fascisti è la fogna. Ora e sempre Resistenza”. Poi via, con le bandiere dei Cobas in tutte le loro ramificazioni, e ancora i vessilli di Usb, Cub, Sgb, Orsa, Unicobas, Cui, Fuorimercato e Usi Cit a colorare le strade della città. E con gli striscioni antifascisti studenteschi che ribadiscono la comune, forte presa di posizione dell’intero corteo.
“Questo è uno sciopero contro il ‘governo dei migliori’ guidato dal banchiere Draghi – spiega Alessandro Nannini, storico portavoce dei Cobas Ataf (Tpl) – loro parlano di grande ripresa ma noi vediamo solo decine di morti sul lavoro, tanti licenziamenti, un aumento esponenziale degli sfratti e della precarietà. Una situazione che già oggi è estremamente complicata. E il prossimo sblocco dei licenziamenti porterà a una valanga di ulteriori messe in mobilità. Intanto i soldi del recovery saranno destinati solo a grandi opere, mentre devono essere destinati alla riduzione degli orari di lavoro, all’abolizione della legge Fornero e più assunzioni, nel nostro settore e non solo”.
Non mancano le parole di Dario Salvetti, coportavoce dell’assemblea di fabbrica in Gkn: “I presunti contatti tra i nostri sindacati e Stellantis, riportati da alcuni media, sono bufale. E ‘spiragli’ e ‘svolta nella vertenza’ sono parole un po’ abusate, perché tra noi e il giorno in cui Melrose potrà riaprire i licenziamenti c’è solo una parola data dall’azienda al governo. Ma a noi l’idea di far passare questi giorni fermi e buoni, sulla base di una parola data da chi non l’ha mai mantenuta, sembra folle. Perché pensiamo che sia un espediente per far passare il tempo e poi riaprire la procedura di licenziamento”.
Di ritorno dalla manifestazione un altro scandaloso atto di violenza, a Prato. Alcuni manifestanti del Si Cobas che avevano iniziato un picchetto davanti al capannone della Dreamland, magazzino di un pronto moda cinese al Macrolotto, sono stati aggrediti con mazze da baseball. Nei video girati dai manifestanti si vedono alcuni cinesi, tra cui una donna, che escono dal capannone e colpiscono ripetutamente i partecipanti al picchetto, ferendone quattro.