Il nuovo direttore artistico Giona A. Nazzaro, lo aveva annunciato: ci saranno tre commedie in concorso. Una strada di solito poco praticata dai festival e soprattutto da Locarno che spesso ha fatto proposte quaresimali (che non mancano anche in questa edizione 74). La ventata d’aria fresca è così arrivata da Barcellona con il film catalano Sis dies corrents della regista Neus Ballús. I protagonisti sono tre idraulici-elettricisti che sul loro furgoncino girano la città per lavorare. Valero è il marito della titolare Lucilla, non Lucia, sovrappeso e perennemente impegnato a rompere le scatole, a tutti. Figuriamoci quando approda nei suoi locali Moha, marocchino, esperto, ma non ancora del tutto padrone della lingua, sia catalana che castigliana. Valero lo vessa cercando di farlo desistere prima che termini la settimana di prova, un po’ per indole, un po’ per razzismo, un po’ per spirito polemico. Il terzetto è completato da Pep, intenzionato a ritirarsi per andare in pensione, motivo per cui Moha è in prova. Pep non è razzista, ma è puntiglioso al punto da risultare maniacale e rissoso, soprattutto coi muratori che fanno i lavori in modo approssimativo, poi quando subentrano loro devono sistemare alla meno peggio le cose.

VANNO IN CASA di un magnifico centenario, di una fotografa erotica, di due bimbe gemelle e dispettose, di uno psicanalista e sono incontri imprevedibili e esilaranti. Valero è irresistibile nel suo sfornare sciocchezze e battute, nel suo essere sempre a dieta, per poi rompere il digiuno, sia di cibo che di birra, così come Pep capace di prendere la mazzetta da tre chili per confrontarsi con tre carpentieri. Moha invece condivide casa con due cugini, lui assolutamente regolare, che finito il lavoro studia l’idioma locale, gli altri due che lo prendono bellamente in giro per questa sua volontà d’integrazione. Quel che ne esce è un ritratto spassoso di gente che lavora in casa degli altri, quindi costretti a vederne di tutti i colori, ma anche a combinare qualche piccolo disguido.

L’IDEA alla regista è venuta dal padre, di professione idraulico e capace di raccontare un’infinità di aneddoti legati a quel lavoro, probabile serbatoio e riferimento per la sceneggiatura che rivela non soltanto il brio di un racconto non così banale dietro le battute da commedia, ma anche una competenza tecnica comica, oltre che elettrica e idraulica. Poi la musicalità della lingua catalana contribuisce non poco al tono e alla simpatia del racconto. Infine, meritano una citazione anche i tre protagonisti, che recitano con il loro vero nome: Mohamed Mellali, Valero Escolar, Pep Sarrà. Chissà che qualcuno non pensi di prenderlo anche per il mercato italiano.