Anche se lo scrutinio dei voti è andato avanti fino a notte fonda, già all’ora dell’aperitivo la tornata amministrativa in Toscana, con soli 31 municipi alle urne, era sufficientemente delineata. Con la riconferma immediata (56%) del centrodestra di Antonfrancesco Vivarelli Colonna a Grosseto, unico comune capoluogo. E con un paio di successi, sempre al primo turno, di un centrosinistra convincente specialmente nell’area fiorentina. Qui dove il sindaco Lorenzo Falchi di Sinistra italiana ha preso più del 70% a Sesto Fiorentino (secondo comune più popoloso al voto), e dove il renziano Gabriele Toccafondi che correva in solitaria è rimasto fermo al 6%. E con il dem Piero Giunti che tocca il 65% a Reggello.
Vittorie nettissime, così come sull’altro fronte è stato netto il successo del centrodestra a Montevarchi in provincia di Arezzo, con la riconfermata Silvia Chiassai Martini con quasi il 60% delle preferenze, e con Forza Italia prima di Fdi e Lega nel voto di lista. Invece negli altri tre comuni sopra i 15mila abitanti, ancora nell’aretino per Sansepolcro, e in lucchesìa per Massarosa e Altopascio, le sfide si decideranno con tutta probabilità al ballottaggio, con in corsa i candidati dei due classici schieramenti elettorali di centrosinistra e centrodestra: Andrea Mathias Laurenzi e Fabrizio Innocenti, Simona Barsotti e Carlo Bigongiari, Sara D’Ambrosio e Maurizio Marchetti. Ma con le particolarità di Massarosa e di Sansepolcro, dove la destra di Fdi in solitaria ha preso un 17% e un 15% che potrebbero diventare decisivi fra due settimane.
Già ufficiali invece gli esiti del voto nei 24 comuni più piccoli, dove i più veloci a tagliare il traguardo sono stati Massimo Galli a Roccalbegna dove era l’unico candidato, e l’altro civico Lorenzo Alessandrini a Seravezza. E proprio in un piccolo comune come San Vincenzo, sulla Costa degli Etruschi, travolto nei mesi scorsi da un terremoto giudiziario a causa della più che disinvolta, più che ventennale gestione del territorio da parte di Pd e alleati, c’è da registrare lo storico successo di Paolo Riccucci, alla testa di “Officina San Vincenzo” con dentro sinistra, pentastellati e ambientalisti.
Ancora fra i municipi più piccoli, non può non essere salutata con gran soddisfazione dal centrosinistra la vittoria di Gianfranco Chelini, e della sua lista “Adesso per Capalbio”, nel comune maremmano dal forte valore simbolico. Chelini raccoglie il testimone del compianto sindaco Settimio Bianciardi, eletto nel 2019 ma scomparso prematuramente nel gennaio scorso. Il centrodestra può consolarsi con il successo del civico (ma orientato) Marcello Danti nella stazione sciistica di Abetone-Cutigliano, del forzista Jacopo Maria Ferri a Pontremoli in Lunigiana, e di Andrea Casamenti ad Orbetello. Casamenti si è riconfermato sindaco dopo aver battuto nettamente Paola Della Santina della sinistra di “Alternativa per Orbetello”, al termine di una campagna elettorale segnata dalle polemiche dopo l’esclusione per irregolarità formali della lista a sostegno del candidato del Pd, e soprattutto con lo stesso Pd locale che, in prima battuta, non aveva dato indicazioni di voto. Provocando arrabbiature assortite, anche a livello nazionale.
L’affluenza complessiva si è fermata al 59%, sei punti percentuali in meno rispetto alle comunali precedenti. Un dato meno drammatico rispetto alla diserzione degli elettori alle suppletive di Siena-Arezzo vinte da Enrico Letta, ma che è già diventato tema di discussione fra i politologi e nei quartieri generali dei partiti, Pd in testa. Perché ai ballottaggi ogni voto conterà doppio.