Band culto per gli amanti del rock – anche se le incursioni nel pop e addirittura nella dance hanno aumentato a dismisura il numero dei fan, magari facendo storcere il naso ai puristi della prima ora – i Queen sono assurti allo status di icona dopo la morte del leader Freddie Mercury nel 1991. Il Festival dei Popoli li ha inseriti nel cartellone – sull’onda dell’attesa biopic dedicata al cantante in uscita a novembre – attraverso due documentari che propone martedì 6 novembre (21.15) al cinema La Compagnia.Il primo è Queen + Bejart Ballet for Life di Lynne Wake (Gran Bretagna, 2018) – presentato a Firenze alla presenza del regista – racconta una fase difficile del gruppo, quella relativa agli anni successivi alla morte del leader, dove realizzano anche (1995) Made in Heaven, album postumo che raccoglieva materiali embrionali registrati con Mercury e terminati poi con la band, accolto da un buon riscontro commerciale ma dal modesto esito artistico.

Tra le iniziative una collaborazione unica con il coreografo Maurice Béjart, culminata con un assolo – Ballet For Live – che venne danzato e suonato insieme alla band e a Elton John nel 1997 a Parigi. Il documentario – insieme ad immagini d’epoca – aggiunge testimonianze recenti: le interviste con Brian May e Roger Taylor, i due membri del gruppo ancora in attività, il bassista John Deacon si è ritirato da tempo. E poi interviste con la coreografa Arlene Phillips e alcuni danzatori che si esibirono durante quella serata, tra cui Gil Roman, l’attuale direttore artistico del Béjart Ballet.

Curiosità desta il secondo doc Queen: Rock the World di Christopher Bird (Gran Bretagna, 2017), sguardo livido su un momento importante della carriera del quartetto, il 1977, l’anno della pubblicazione di uno dei loro lavori più ispirati: News of the world arrivato dopo l’enorme successo di A night at the opera (con la celeberrima Bohemiam Rhapsody) e A day at the race.

Un progetto curioso e stimolante dove si mescolavano varie anime musicali, una raccolta che conteneva tra l’altro uno dei loro inni irrinunciabili durante le lunghe tourneé: We will rock you. I materiali girati da Phillips, documentano il tour negli Stati uniti a cui era stato dato l’accesso esclusivo da Mercury & soci– dietro alle quinte – al reporter della Bbc, Bob Harris, che potè girare e parlare con i musicisti durante tutta la durata del trionfale giro di concerti. Un film che non venne però mai completato fino all’intervento di Bird che lo ha restaurato, rimontato e rivisitato con l’aggiunta di altri materiali. Accanto a spezzoni live dove emerge tutto il carisma di Mercury, a incuriosire è soprattutto il lavoro certosino in sala di registrazione della band. La cura assoluta nei dettagli, le battute taglienti di Mercury, capaci di catturare legioni di fan ancora oggi.