Il catrame sulla spiaggia di Pegli si appiccica alle scarpe di chi incautamente o per semplice curiosità prova a percorrere l’arenile il giorno dopo che l’onda fluorescente del petrolio ha superato la foce del Polcevera e ha sfiorato la terraferma trasformandosi in una melma nera e appiccicosa dopo essere evaporato al sole. Gli accessi alle spiagge di Pegli non sono stati chiusi perché la ditta incaricata dalla Iplom ha garantito l’avvio rapido dei lavori di bonifica, ma certo ieri in spiaggia era impossibile restare tra il via vai di operai e i giganteschi tubi che venivano indirizzati verso il suolo e come potentissimi e rumorosissimi aspirapolvere tiravano su sassi e sabbia che ora saranno lavati e poi riportati in loco.

Dopo un lungo sopralluogo in mattinata, in cui i tecnici dell’impresa hanno cercato di capire come operare, l’avvio della bonifica vera e propria è cominciata nel pomeriggio con una gaffe non da poco quando uno dei pesanti mezzi che doveva essere impiegato nella bonifica si è impantanato nella sabbia tra l’imbarazzo generale. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per liberarlo e riportarlo sulla strada. Al tramonto buona parte del lavoro è stato fatto, si proseguirà oggi, tempo permettendo.

Ma l’allarme inquinamento prosegue nonostante il posizionamento di nuove barriere alla Foce del Polcevera e di una ulteriore che verrà collocata alla fine del canale di calma del porto, lato ponente, dove le chiazze oleose continuano a scivolare trascinate dalla corrente. Chiazze che ormai vengono avvistate dalla spiaggia sulle coste del Savonese, tanto che spesso è difficile distinguere la psicosi dalla realtà come è accaduto con l’avvistamento fatto da un bagnante a Varazze, che non ha trovato conferme, mentre poche ore dopo le immagini aeree registrate dalla capitaneria di porto hanno registrato una striscia di iridescenza di idrocarburo, lunga circa 3 miglia e larga 200 metri a 4 miglia al largo di Loano che sembra proseguire il suo “viaggio” verso la Francia e altre quattro grandi chiazze più vicine alla costa sempre in movimento verso ponente.

A Genova, ma non solo, c’è preoccupazione per la stagione turistica che sta per cominciare: «La situazione va costantemente monitorata – dice Enrico Schiappapietra, presidente regionale del Sib balneari. -Su Genova è decisamente più grave rispetto al Savonese, ma occorre prestare molta attenzione. Il disastro c’è stato e con la stagione balneare alle porte è innegabile che siamo tutti molti preoccupati».

Ieri sera Iplom ha dichiarato di aver tirato su 2800 metri cubi di petrolio misto ad acqua. A Fegino è scattata la chiusura notturna della strada che corre accanto al rio in modo che i grossi mezzi della ditta incaricata della bonifica possano portare via terra intrisa di petrolio fin su al rio Pianego. Si lavora anche di notte, compatibilmente con la pioggia che è il vero nemico soprattutto in alto sul Pianego dove domenica sera è esploso il tubo che ha riversato 600 mila litri di greggio: la zona è sotto sequestro e lì non si può toccare nulla. Le previsioni meteo annunciano pioggia per quasi tutta la giornata di oggi con tanto di allerta meteo gialla, la meno grave, ma le conseguenze sul terreno intriso di petrolio potranno essere valutate solo a posteriori. Il Comune di Genova ha presidiato per tutta la notte la zona con gli uomini della polizia municipale e ha anche attivato i volontari di protezione civile. Per oggi alle 12 è stato convocato un nuovo tavolo in Prefettura.

Mentre prosegue l’inchiesta, con un nuovo sopralluogo del pm Walter Cotugno che indaga per disastro ambientale, il sindaco di Genova Marco Doria ieri ha attaccato nuovamente la Iplom: «Il petrolio è arrivato in mare perché la predisposizione di barriere probabilmente non è stata veloce come avrebbe potuto essere, quindi Iplom deve proseguire il lavoro di messa in sicurezza in stato di emergenza».

Per il sindaco l’incidente di Genova è connesso con il referendum sulle trivelle perché «è la dimostrazione che il tema del controllo di impianti di attività a rischio è centrale nella nostra società», ha detto annunciando che il Comune di Genova si costituirà parte civile nel processo contro Iplom, e lo stesso faranno i cittadini di Fegino. Anche se difficilmente un risarcimento danni potrà restituire alla Valpolcevera quello che ha perso domenica sera.