La Costituzione ha compiuto sett’antanni: il 27 dicembre 1947 fu promulgata dal Capo dello Stato provvisorio Enrico De Nicola e controfirmata da Alcide De Gasperi, dal guardasigilli Giuseppe Grassi e dal presidente dell’Assemblea costituente Umberto Terracini nella Sala di palazzo Giustiniani dove ieri è tornata per la prima volta. E a poco più di un anno dalla bocciatura del referendum Renzi-Boschi il Coordinamento per la democrazia costituzionale, che ha promosso il primo Comitato per il No a quel referendum, ha celebrato l’anniversario con un convegno – «Sempre giovane» – nella Sala degli Atti Parlamentari del Senato, con interventi di Alfiero Grandi, Massimo Villone, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Felice Besostri, Sandra Bonsanti, Raniero La Valle, Domenico Gallo. C’era anche il presidente del senato Piero Grasso, presenza non scontata, ha sottolineato Grandi, come non era scontato che un’iniziativa del Comitato per il No fosse ospitata in Senato, quel Senato sopravvissuto alla riforma bocciata dal 60% dei cittadini andati alle urne il 4 dicembre 2016.

«Di fronte ad un documento di settanta anni fa è lecito interrogarsi sulla sua attualità, sulla sua capacità di rispondere ancora adeguatamente alle esigenze dei cittadini. Non posso ovviamente in questa sede – ha premesso Grasso – entrare nel merito della questione, che comunque è stata una delle questioni centrali della legislatura che volge al termine. Mi limito a osservare come, in un periodo segnato da un diffuso astensionismo, l’elevata affluenza al referendum costituzionale abbia dimostrato l’importanza che i cittadini ancora riconoscono alla Costituzione». E oggi i cittadini, ha aggiunto il neo leader di Liberi e Uguali, «sono chiamati a firmare un rinnovato patto per la Costituzione e la democrazia, a difesa dei diritti fondamentali della persona, della centralità e dell’autonomia del Parlamento, del rispetto della sovranità popolare».