Fino a qualche mese fa, lo Scottish National Party poteva guardare con serenità alle elezioni politiche del prossimo 6 maggio. Al partito di governo viene infatti riconosciuta una buona gestione della pandemia e della campagna vaccinale – ad oggi uno scozzese su 2 ha ricevuto la prima dose – mentre il consenso all’indipendenza è ai massimi storici.

A RIMETTERE TUTTO IN DISCUSSIONE sono giunte però le accuse di molestie sessuali all’ex premier e membro del Snp Alex Salmond. Non potendo contare su un convinto sostegno da parte del suo partito, Salmond ha accusato il governo presieduto da Nicola Sturgeon di complotto ai suoi danni e ha poi lasciato l’Snp per fondare un nuovo partito nazionalista, l’Alba Party.

Primo ministro scozzese fino al 2014, Salmond aveva ricevuto diverse accuse di molestie a partire dal 2018 ed era finito a processo. Una volta prosciolto da tutte le accuse, e nonostante i dubbi di carattere etico sulla sua condotta non siano svaniti – dinanzi all’evidenza Salmond ha dichiarato di «non essere un angelo» – l’ex premier si è scagliato contro il governo del suo stesso partito, definendo l’intera questione come una macchinazione di Sturgeon e parte del Snp per estrometterlo.

DUE DIVERSE COMMISSIONI d’inchiesta sono state create per valutare il caso. I risultati hanno indicato che nessun abuso è stato commesso dal governo, ma che il suo operato presenta diversi punti oscuri. Sturgeon ha ammesso alcuni errori, ma ha dichiarato che a guidarla è stato il rifiuto dello «schema tradizionale per cui un uomo potente può utilizzare il suo status e le sue conoscenze per ottenere ciò che vuole».

Dopo settimane di guerra aperta, Salmond ha ufficializzato la scissione venerdì. Il suo nuovo partito si chiamerà Alba e competerà con l’Snp già alle elezioni di maggio. Si tratta di un partito personalistico, ma di fatto andrà a raccogliere il consenso dei nazionalisti più a disagio con la svolta progressista dell’Snp degli ultimi anni. Questi si erano opposti, per esempio, alla legge promossa dal governo dell’Snp per facilitare l’ufficializzazione del cambio di genere e avevano chiesto a Sturgeon politiche indipendentiste meno caute.
In sostanza, il nazionalismo dell’Alba potrebbe prendere una forma simile a quella dei partiti nazionalisti di molti stati europei o anche di quelli della stessa destra inglese.

DIFFICILE PREVEDERE quanto consenso Salmond riuscirà a erodere all’Snp, che rimarrà probabilmente il partito più votato in Scozia a maggio. Tuttavia, la scissione potrebbe costringere Sturgeon e i suoi a dei compromessi per formare il prossimo governo. Quel che sembra più sicuro è che l’intera vicenda abbia gettato ombre sull’intero fronte indipendentista e dunque complicato il percorso della Scozia verso l’indipendenza.