La nuova legislatura regionale piemontese ha preso il via: dopo i quattro anni della destra guidata dal leghista Roberto Cota, tocca alla nuova maggioranza di centrosinistra, di cui Sel fa parte, restituire al Piemonte ciò che ha perduto. Sullo sfondo di una crisi che tra il 2007 e il 2010 si è portata via il 10,5% delle industrie e nell’ultimo anno ha visto diminuire l’occupazione di 45mila unità, la Giunta Cota non ha saputo far altro che aggredire welfare e servizi. Limitiamoci alla sanità: tagli lineari spacciati per razionalizzazione del sistema, e un attacco continuo alla libertà di scelta delle donne in tema di maternità, che ha contribuito a portare la percentuale dei medici obiettori al 64%.
Bisogna invertire la rotta: i cittadini per questo ci hanno votato e su questo ci giudicheranno. E proprio nella capacità di governo noi di Sel vogliamo mostrare che il renzismo non è l’alfa e l’omega delle culture della sinistra italiana: anche chi aspira a ricostruire il campo dei progressisti, a partire dall’alleanza con il Pd, non può arrendersi all’idea monoculturale dell’uomo solo al comando e del partito della nazione.
Cercheremo, qui in Piemonte, di mostrare la necessità che Sel esista e cresca, mettendo al centro del nostro impegno la «generazione zero»: gli studenti universitari capaci e meritevoli ai quali è stato negato il diritto allo studio (5.025 borsisti su 10.039 idonei nell’anno 2012/13); i ragazzi delle scuole pubbliche penalizzati dal finanziamento delle scuole private paritarie; i giovani espulsi dal mercato del lavoro (il tasso relativo di disoccupazione fra i 15 e i 29 anni tra il 2008 e il 2012 è aumentato dal 10,4% al 20,6%), per i quali sono urgenti forme di sostegno al reddito.
Per loro, per rilanciare lo sviluppo del Piemonte all’insegna della tutela dei beni comuni e dell’ambiente, c’è bisogno di un Green New Deal regionale che sfrutti l’occasione della strategia Europa 2020 per i Fondi Strutturali 2014/2020 per creare occupazione, investendo su edilizia pubblica, risparmio energetico, sicurezza del territorio, bonifica dell’ambiente (il Piemonte ospita ancora tre siti nucleari!), beni culturali, agricoltura a filiera corta. Occorre spostare l’attenzione dalle grandi opere al miglioramento della rete ferroviaria regionale. E serve – lo dimostra l’operazione San Michele che di recente ha svelato i tentativi di infiltrazione della ‘ndrangheta anche nei cantieri Tav – la massima attenzione nei confronti delle mafie sul nostro territorio.
Centralità delle giovani generazioni e lotta per uno sviluppo sostenibile: è ciò su cui ci proponiamo di essere una forza capace di fare la differenza e non solo di segnare una differenza.
Ma questo sarà possibile se non rimarremo soli. In Piemonte, la lista Tsipras ha rappresentato per molti l’occasione di rincontrare singoli e realtà collettive che hanno sempre attraversato le nostre battaglie. Per questo vogliamo procedere con loro, a partire da quella generazione zero che ha dato vita all’esperienza di Act!, per essere più di «una terra di mezzo»: un mezzo per arrivare alla terra.
*Capogruppo di Sel nel consiglio regionale del Piemonte