Per tutta la giornata di ieri si sono susseguite riunioni in Regione Piemonte che, dalla mattina, lasciavano presagire una chiusura di tutti i plessi scolastici di ogni ordine. Alla luce dei nuovi parametri introdotti martedì con il dpcm, in vigore da sabato, e visto l’aumento dei contagi in Piemonte registrati nell’ultima settimana, con 22 aree del torinese e del verbano-cusio-ossola già «zone rosse mirate» nelle quali le lezioni in presenza sono sospese per tutti, la possibilità di una serrata di tutti gli istituti scolastici piemontesi si era fatta, di ora in ora, più concreta. A chiedere di mantenere la didattica in presenza si è però subito un mosso il mondo della scuola e l’opposizione in consiglio regionale sottolineando la sproporzione per un provvedimento che colpisce centinaia di migliaia di studenti e di famiglie, soprattutto in assenza di un lockdown generalizzato.

La soluzione trovata dal presidente Cirio e dell’assessora all’istruzione Elena Chiorino, annunciata ieri in serata con un comunicato, è stata quella di sospendere le lezioni dalla seconda media in tutta la Regione e di salvaguardare il più possibile la didattica in presenza nella fascia dagli 0 ai 6 anni. Per le scuole primarie invece la giunta regionale ha deciso di differenziare a seconda dell’incidenza dei contagi: a Cuneo, Torino, Vercelli e nel Verbano Cusio Ossola, dove l’incidenza dei contagi è oltre la linea di guardia, saranno chiuse dall’8 marzo, mentre nelle restanti province (Alessandria, Asti, Biella e Novara) se non ci saranno aumenti significativi nei prossimi due giorni, le scuole elementari rimarranno aperte insieme alla prima media.

Il movimento studentesco «No Dad» e «Priorità alla scuola» hanno già annunciato che intendono protestare, anche in piazza, contro questo nuovo ricorso alla didattica a distanza mentre il consigliere regionale della sinistra Marco Grimaldi parla di «soluzione inaccettabile e incomprensibile per la fascia 0- 13 che non avviene in un contesto di lockdown generalizzato che include anche tutte le attività produttive: non stiamo parlando di un blocco del traffico e i bambini non sono macchine che si possono piazzare in un parcheggio senza custodia».