Il prossimo sabato 21 ottobre l’Italia antirazzista, della solidarietà e dei diritti scenderà ancora una volta in piazza a Roma, dando vita a un corteo che si muoverà alle 14.30 da Piazza della Repubblica. L’esito delle elezioni austriache, con la preoccupante avanzata delle destre neo fasciste e xenofobe, e la virata a destra dei conservatori di Kurz, che arriva dopo l’affermazione della destra neo nazista in Germania, è l’ennesima conferma che sulla questione immigrazione si gioca il destino politico e culturale dell’Europa e quindi anche il nostro.
Siamo di fronte ad un passaggio cruciale, in cui serve un’assunzione di responsabilità collettiva per contrastare il clima di intolleranza diffusa che mina le stesse basi della convivenza civile.

In Italia, come negli altri Paesi dell’Ue, la sinistra non ha la forza – nella migliore delle ipotesi – di mettere in campo un’alternativa all’altezza della sfida. In molti casi ha scelto purtroppo di stare dalla parte sbagliata, inseguendo le destre con misure sempre più discriminatorie.

Le politiche di esternalizzazione delle frontiere, l’attacco alle Ong con la criminalizzazione della solidarietà, il ricorso a una legislazione che cancella molte garanzie giurisdizionali per i richiedenti asilo, sono tutti pezzi di un puzzle che individua un capro espiatorio preciso, migranti e rifugiati, su cui indirizzare la rabbia di chi soffre le difficoltà e il disagio sociale dovuti alla crisi economica e alle risposte sbagliate che sono state date finora.

Le ragioni dei diritti sono sempre meno popolari e molti dei valori su cui si sono affermate le moderne democrazie si stanno sgretolando. Tra questi, il fondamentale principio della salvaguardia dei diritti delle minoranze.

Oggi non è più un tabù dichiarare che non ci possiamo permettere solidarietà e diritti uguali per tutti. Prima gli italiani, prima gli austriaci, e via di questo passo. affermazioni che cancellano secoli di storia e conquiste sociali.

Le immagini, trasmesse proprio in questi giorni, del lungometraggio di Fabrizio Gatti sulla strage di centinaia di persone abbandonate in alto mare dalla nostra guardia costiera l’11 ottobre del 2013 rivelano un cinismo e una barbarie che fino a qualche tempo fa avremmo ritenuto impossibili. Così come è repentinamente cambiata la posizione della cancelliera tedesca Merkel sui flussi migratori dopo i non buoni risultati elettorali. La leader dei popolari tedeschi, pur precisando che non si può parlare di tetto, ha però dato la cifra di 200 mila persone straniere quale quota limite per l’accoglienza nel suo Paese. Merkel  e gli altri leader europei sanno che la legge non consente di porre limiti numerici. Se li richiamano è solo per rassicurare, a parer loro, un’opinione pubblica spaventata e recuperare consenso elettorale.

Ma sono in realtà tutti argomenti che favoriscono le destre e il diffondersi di sentimenti razzisti. Lo stesso discorso si può fare per la mancata approvazione dello ius soli. Se per paura di perdere consensi, la maggioranza, e in particolare il Pd, dopo due anni di inutile attesa non approveranno la legge di riforma della cittadinanza faranno l’ennesimo regalo alla destra. Non approvando il ddl, faranno loro un regalo elettorale, alimentando ulteriormente la deriva xenofoba del nostro Paese.

L’unica alternativa è provare a costruire dal basso un’alleanza di forze sociali, reti, associazioni e movimenti che mettano in campo una coalizione dei diritti, dell’accoglienza, della solidarietà e dell’uguaglianza, dimostrando che esiste una parte grande del Paese che rifiuta politiche ciniche e discriminanti.

Quest’alleanza deve avere come protagonisti i soggetti che sono vittime del razzismo e dell’opportunismo politico, a partire dai giovani di origine straniera e dai richiedenti asilo e rifugiati, che parteciperanno alla manifestazione del 21 ottobre.

Per tutti questi buoni motivi è importante essere in piazza in tante e tanti sabato 21 ottobre, raccogliendo l’appello sottoscritto da centinaia di organizzazioni sociali che hanno scelto di stare dalla parte giusta.

* vicepresidente nazionale Arci