Sconfitta di misura, in Peru Keiko Fujimori, del partito Fuerza Popular. «El gringo» Pablo Kuczynski, che ha corso per la formazione Peruanos Por el Kambio (Pkk, le iniziali del suo nome) ha vinto per soli 53.712 voti, anche se i risultati definitivi si daranno solo domani. Il 5 giugno si e tenuto il secondo turno delle presidenziali, che ha messo di fronte due destre, quella piu aggressiva del fujimorismo e quella piu presentabile dell’ex banchiere Kuczynski. Per battere Keiko Fujimori, «El gringo» ha ricevuto anche il sostegno dell’unica candidata di sinistra, che ha deciso di far convergere su di lui il suo 20% di preferenze.
Gli osservatori della Unasur, presenti nel paese insieme ad altri proveniente dall’America latina e dall’Europa, hanno invitato fino all’ultimo ad aspettare i conteggi definitivi, e lo spoglio dei voti all’estero, decisivi.

È il primo risultato che presenta un margine cosi ristretto da 1990, anno in cui venne istituito il secondo turno nelle competizioni elettorali. Il vincitore vive per gran parte del suo tempo all’estero, ma l’etica e la trasparenza non sono mai stati il suo forte, e d’altro canto i referenti a cui rende conto sono della stessa risma. Con lui, il Perù potra chiudere la porta alle speranze suscitate in un primo tempo dall’ex presidente Ollanta Humala, appoggiato per questo a suo tempo da Chavez, ma subito tornato a ubbidire ai padroni di sempre. Il Perù e uno dei pilastri latinoamericani dell’Alleanza del Pacifico all’interno del grande Accordo Transpacifico realizzato dagli Usa, con il quale il campo neoliberista sta cercando di riesumare lo spirito dell’Alca, l’Accordo commerciale voluto a suo tempo da George W. Bush e sconfitto dalle nuove alleanze solidali sud-sud nell’Alba, Unasur e Mercosur. Il Perù in questi anni ha ulteriormente spalancato la porta alle basi militari Usa e alle grandi multinazionali dell’estrattivismo, che Keiko avrebbe ulteriormente tutelato abolendo una norma limitativa, ma che certo non avranno da lamentarsi con l’attuale vincitore.

Per tranquillizzare una parte dell’elettorato di sinistra, «El gringo» ha negato durante le conferenze stampa di voler procedere alla privatizzazione dell’acqua e di quel che resta dei servizi pubblici, ma sindacati e movimenti hanno messo in guardia su quel che devono aspettarsi i settori popolari. I trascorsi di Kuczynski, il suo programma e i suoi referente non lasciano dubbi al riguardo. Veronika Mendoza ha promesso che farà una forte opposizione e continuera a costruire il fronte unitario che per a prima volta dopo anni era riuscita a rimettere insieme con l’alleanza Frente Amplio. Ma in molti, a sinistra, hanno disertato le urne e seguito l’indicazione del candidato ambientalista Santos, che ha fatto campagna dal carcere al primo turno, e che sconta una condanna per le lote contro l’estrattivismo.

Il fujimorismo ha comunque totalizzato una grande vittoria, non solo per aver ottenuto la maggioranza in parlamento, ma soprattutto per aver dimostrato di essere ben vivo e di vivere quella che viene definita la sua terza fase. L’ex dittatore Fujimori sta scontando il carcere per le violazioni ai diritti umani che i manifestanti hanno ricordato fino all’ultimo. Sono scese in piazza soprattutto le donne, vittime di una campagna di sterilizzazione forzata che aveva provocato una odata di indignazione mondiale. La figlia ha cercato di smarcarsi dai trascorsi del genitore, benché sia stata al suo fianco fin dall’età di 19 anni, dopo il divorzio del dittatore dalla moglie. In compenso, «El gringo» ha promesso per lui una misura di clemenza, alternativa al carcere: per ingraziarsi anche i settori piu reazionari.

Keiko Fujimori ha concluso la campagna elettorale tra scandali e proteste e le rivelazioni dei Panama Papers, che hanno mostrato l’ampia frequentazione del ceto político peruviano nei paradisi fiscali. L’ex segretario generale e finanziatore de suo partito, Joaquin Ramirez e inquisito per corruzione e narcotraffico e fino all’ultimo si e cercato di farla fuori dalla competizione, com’è accaduto a molti candidati durante la campagna elettorale. Ma il neo fujimorismo e ben lontano da aver fatto fagotto.