L’hanno paragonata a Donald Trump, ma Keiko Fujimori non ha bisogno di imitare nessuno. Perché dopo essersi dedicata in passato a destabilizzare il governo prima di Pedro Pablo Kuczynski, colpevole di averla sconfitta al ballottaggio nel 2016, e poi di Martín Vizcarra, colpevole di aver sciolto il Congresso da lei controllato, era prevedibile che non accettasse altro risultato che la vittoria. E così, se a spoglio ancora in corso aveva già iniziato a denunciare presunti brogli, malgrado il giudizio degli osservatori internazionali sulla regolarità del processo, di sicuro non mollerà la presa finché ne avrà la possibilità. CONCLUSO LO SCRUTINIO...