Sarà perché la caduta dei muri non è riuscita ad eliminare una barriera invisibile, sarà perché l’Europa occidentale e quella orientale restano di fatto due blocchi separati, sarà perché il postcomunismo non è riuscito a dissolvere del tutto preconcetti e disinformazioni. Sarà per tutto questo che la parola Gosfilmofond – con l’eccezione dei soliti cinefili informatissimi (ma quelli di vecchia formazione) – non dice molto anche agli appassionati di cinema. Eppure stiamo parlando del più grande archivio cinematografico del mondo con circa 70000 titoli. Si tratta dell’ente statale che gestisce gli Archivi centrali del cinema in Russia e che durante il Festival del Film di Locarno si è presentato per la prima volta in occidente con un allestimento al Centro culturale Il Rivellino LDV di Arminio Sciolli. E in qualche modo la storia del “Fondo statale dei film della Russia”, che quest’anno celebra i 65 anni di vita, è paradigmatica della lenta penetrazione nell’immaginario mondiale dell’autonomia e dell’identità russa dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica.

Tra il 1936 e il 1938 sotto la guida del Governo sovietico furono gettate le basi della futura Gosfilmofond della Russia con un deposito di film di tutta l’Unione e successivamente nel 1948 con un decreto del Consiglio dei Ministri firmato da Stalin il deposito dell’Unione diventò il Gosfilmofond dell’URSS con sede a Belye Stolby nei dintorni di Mosca dove sono tuttora gli Archivi. Nel 1957 Gosfilmofond divenne membro della Federazione Internazionale degli Archivi del Film (FIAF) e grazie alla collaborazione degli altri archivi mondiali, la sua collezione si arricchì di migliaia di titoli.

Nel 1991, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il Gosfilmofond dell’URSS divenne la Gosfilmofond della Russia riuscendo a mantenere l’integrità della collezione e ad evitare la sua dispersione ma fu esclusa dalla struttura del Goskino (il Ministero del Cinema) e finì sotto l’egida del Governo della Federazione Russa. Nel 1993 con un decreto del Presidente della Federazione Russa, il Gosfilmofond è stato incluso tra le più preziose opere del patrimonio culturale dei popolo russo.


Insomma il Gosfilmofond, che è sovvenzionato dallo Stato, oggi con i suoi circa 70000 titoli (tutto il cinema russo e sovietico naturalmente, pre e postrivoluzionario, ma anche molti classici del cinema mondiale), i 967.000 video di materiali del cinema muto, trailer ma anche dell’arte contemporanea russa e straniera, i 450.000 documenti di cinema (
affiches, posters,foto, sceneggiature ecc..) è non solo un archivio cinematografico imprescindibile ma anche un’istituzione culturale prestigiosa, un punto di riferimento fondamentale per gli operatori cineculturali di tutto il mondo.

Di tutto ciò si sa poco o niente e in questa fase i dirigenti della cinematografia russa si stanno ponendo il problema di avere un’adeguata riconoscibilità e visibilità per il Fondo e stanno lavorando su operazioni culturali e divulgative in vari paesi europei.

La strategia comunicativa ha avuto il suo input forte con il coinvolgimento di Gérard Depardieu che dall’inizio dell’anno dopo aver ottenuto da Putin la cittadinanza russa per i suoi problemi fiscali con la Francia, è diventato un importante testimonial del Gosfilmofond ed ora quando non lavora vive proprio nel villaggio di Belye Stolby. Grande amico del Direttore Generale dell’Archivio nonché segretario dell’Unione Russa dei Filmmakers Nikolay Borodachev, l’attore francese sarà sempre più ambasciatore del cinema russo nel mondo. E la stessa presenza di Borodachev a Locarno calorosa e partecipativa è il segnale di un nuovo corso di totale disgelo sul piano della cooperazione cinematografica mondiale:è venuto per inaugurare l’allestimento nello spazio Hermann Hesse del Rivellino curato dall’artista svizzera Sandra von Rubenwil, ha incontrato la stampa, è tornato per ritirare il Boccalino, un piccolo ma ormai radicato premio della critica indipendente assegnato ogni anno anche a personaggi del cinema nell’ambito del Festival del Film, e ha anche incontrato il Sindaco di Locarno Carla Speziali per esprimere l’interesse del Gosfilmofond a entrare sia finanziariamente che dal punto di vista progettuale e di gestione nel progetto del Palacinema, una casa del cinema, che dovrebbe partire entro quest’anno.

E non è neanche un caso – sempre nell’ottica di un’espansione in vari paesi europei del cinema russo di ieri e di oggi – che a giugno del 2014 si svolgerà a Nizza il primo Festival del Cinema Russo fuori dalla madrepatria per celebrare i 400 anni della dinastia dei Romanov, promosso, organizzato e finanziato dal Governo della Federazione Russa e dal Gosfilmofond.

La mostra – ancora in corso – di 60 pannelli con immagini e testi esplicativi di commento ricostruisce le tappe fondamentali della nascita e della crescita del Gosfilmofond: i tesori dell’Archivio, i nomi del cinema russo (registi, produttori, direttori) ma anche miti e film del cinema mondiale ad esso legati, i luoghi della sede a Belye Stolby, i manifesti di capolavori russi e sovietici, i dati storici, le attrezzature tecniche. C’è anche un un’immagine di Stalin sorridente che con la mano sembra indicare la nuova strada da percorrere, voler dire che – almeno per il cinema – l’epoca dei blocchi e della protezione autoctona del proprio patrimonio è finita.