“Lorenzo non era andato a esportare la democrazia, Lorenzo difendeva la democrazia”. Con accanto la moglie Annalisa, Alessandro Orsetti parla del figlio andato a combattere a fianco del popolo kurdo, e morto in Siria in una imboscata di Daesh. Lo ascoltano in migliaia, arrivati da ogni parte della Toscana in risposta all’appello della comunità kurda, sfilati da piazza Leopoldo, dove i genitori di Orso vivono, fino ai giardini della Fortezza da Basso. Un corteo internazionalista, multicolore e bellissimo, dove le bandiere con i colori dell’Ypg (la Unità di autodifesa delle zone kurde della Siria), le foto di Abdullah Ocalan, i labari anarchici e lo striscione dell’Anpi portato da Gigi Remaschi fanno ala al grande striscione di testa, con la foto del giovane fiorentino e le sue parole – “Ogni tempesta inizia con una singola goccia. Cercate di essere voi quella goccia” – che fanno invariabilmente venire un groppo alla gola.
Sono tantissimi i giovani che sfilano in corteo, coetanei di Lorenzo e suoi ideali fratelli minori, a testa alta di fronte a un sole primaverile, a segnare un legame che non si spezzerà mai: “Sempre per queste strade, sempre nei nostri cuori”. La comunità kurda e l’assemblea cittadina di Firenze che hanno indetto la manifestazione ricordano che alla giornata hanno aderito numerose realtà politiche e associative cittadine, regionali e nazionali, che stanno sfilando esponenti di partiti ed associazioni impegnati nella solidarietà internazionalista provenienti da vari paesi d’Europa, e che messaggi di vicinanza e solidarietà sono arrivati anche da nord e sud America.
A reggere uno striscione il consigliere toscano di Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, poco dietro Tommaso Grassi di Firenze riparte a Sinistra, e ancora la candidata sindaco Antonella Bundu, a certificare la presenza dell’ “altra città”, quella che instancabilmente costruisce ponti e non muri. E che non dimentica i vivi: un portavoce del Cpa Firenze sud ricorda: “Questa giornata offre anche l’occasione di ribadire la solidarietà a tutti i compagni che in Italia, e all’estero, vengono inquisiti e sottoposti a misure restrittive a seguito del loro ritorno dal Rojava. E per rilanciare il nostro appoggio al movimento kurdo, a chi dalle città alle montagne del Kurdistan occupato dalla Turchia, rinchiuso in un carcere turco in sciopero della fame, fino alle strade delle nostre città, continua a lottare per libertà”.
Per Lorenzo Orsetti, alla cui memoria nei giorni scorsi è stato dato il Gonfalone d’argento della Regione Toscana, sfilano anche i bambini e la bambine insieme ai loro genitori. Con vicino lo striscione “Rojava = femminismo”, una piccola sventola la bandiera dell’Ypg e canta: “Questa è la bandiera del partigiano”, Il partigiano Orso, il lottatore (Tekoser), morto per la libertà di un popolo e per la democrazia. Alla fine il padre Alessandro e la mamma Annalisa salutano e ringraziano tutti, ribadendo un pensiero che sarà portato sempre nel cuore da chi è qui: “Noi siamo orgogliosi di lui”.