Il presidente Uhuru Kenyatta va avanti per la sua strada come se la Corte suprema non avesse annulato le presidenziali dell’8 agosto scorso e convocato una nuova tornata elettorale per il 17 ottobre. Lo scorso 12 settembre i parlamentari di opposizione si sono rifiutati di partecipare alla seduta di inaugurazione del nuovo parlamento convocata da Kenyatta, il quale fa sapere che finché non viene nominato un nuovo presidente lui rimane in carica con tutti i poteri che ne derivano. Compreso quello di convocare il parlamento. Nel suo discorso ha dichiarato che «i giudici hanno sovvertito la volontà popolare». Assenti proprio i giudici della Corte Suprema, il cui presidente David Maraga ha detto di non essere stato invitato.

Il centro del dibattito politico in Kenya resta, tuttavia, la commissione che gestisce tutto il processo elettorale. Il leader dell’opposizione Odinga e unico sfidante ammesso al prossimo voto, ha ripetuto che boicotterà le elezioni se non ne verranno rimossi alcuni membri. In questo clima la campagna elettorale procede in attesa delle nuove elezioni convocate per il 17 ottobre, ma prima sarà molto importante, per capire quale spirale assumerà il percorso, leggere le motivazioni della sentenza che ha invalidato le elezioni. Verrano rese pubbliche il 21 settembre.