Sono le dieci del mattino quando sale forte la voce di Richard Otieno, avvocato e militante del Nasa, il partito di opposizione:  «Benvenuto Baba» (benvenuto papà), riferito al leader Raila Odinga che dopo aver perso le elezioni in agosto, vinto il ricorso ha poi lasciato la corsa elettorale in ottobre sostenendo che non vi fossero le condizioni perché le elezioni potessero essere «libere trasparenti». La successiva elezione di Uhuru Kenyatta ha portato l’opposizione a trasformarsi da coalizione politica in “movimento di resistenza”.

Ne sono seguite manifestazioni ripetute e boicottaggio delle aziende legate al governo e alla famiglia Kenyatta, ma l’apice delle manifestazioni è avvenuto venerdì quando i sostenitori del Nasa hanno marciato verso il centro della città acclamando al rientro dagli Stati uniti del leader Raila Odinga: centinaia di migliaia di persone hanno riempito le strade, tuttavia la marcia, che voleva essere trionfale, è stata interrotta dalla polizia che ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per impedire l’accesso al centralissimo Uhuru park. Gli scontri sono avvenuti subito fuori dall’aeroporto su Mombasa road.

Al mattino Otieno aveva detto: «Il Kenya è una democrazia e deve rimanere così anche dopo questo giorno di buon auspicio, portate trombe e tamburi e festeggiamo tutti, anche i sostenitori di Jubilee (partito di maggioranza, ndr) meritano un buon trattamento», ma le sue parole sono evaporate come gas al sole di questo black friday senza sconti per nessuno. Infatti, la stessa auto su cui viaggiava Raila è stata colpita frontalmente. Le strade sono diventato terreno di scontro mentre chi poteva fuggiva, i negozi chiudevano per evitare danni e saccheggi. Testimoni oculari sostengono che hanno preso parte alle violenze anche i supporter del Jubilee contrariati dagli effetti negativi sull’economia che hanno le manifestazioni del Nasa perché spiega Peter Wangoi «distruggono le imprese, le proprietà e le vite umane, stanno trasformando questo paese in un nuovo Kossovo». A un certo punto nei pressi del mercato di Muthurwa si sarebbero uditi anche colpi di arma da fuoco veri perché la polizia non riusciva a contenere la folla.

Gli scontri sono durati per oltre cinque ore. Raila ha comunque parlato accusando direttamente il presidente Kenyatta come responsabile delle violenze: «Mi sarei aspettato un saluto di benvenuto da parte del presidente. Gli attacchi della polizia sono il segno di un regime in rovina» ha detto.

Il bilancio finale della giornata è di almeno tre morti. E lunedì la Corte Suprema del Kenya dovrà pronunciarsi sui ricorsi volti ad annullare la rielezione del presidente Uhuru Kenyatta per l’opposizione è l’ultima possibilità legale per rimettere in discussione l’esito del voto. Dopo spiega George Warui inakwenda mbaya (andrà male): una crescente radicalizzazione che inizia a preoccupare anche gli impassibili.