La estemporanea, la delegazione di uomini e donne dell’Ezln arrivata in Europa a metà settembre, è finalmente giunta in Italia. Il 12 ottobre un pullman partito da Digione ha portato nel nostro paese i rappresentanti della lotta zapatista. Dopo essere atterrati a Vienna e aver girato per Germania, Polonia, Finlandia, Slovenia, Ungheria e Austria adesso staranno in Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Irlanda e Inghilterra.
Per ora, in Italia, sono una quarantina ma entro la prima settimana di novembre saranno oltre 150. L’invasione dal basso dell’Italia è iniziata da Piemonte, Lombardia e Veneto.

Non ci saranno grandi eventi, cortei o concerti ad accompagnare le donne e gli uomini dell’Ezln. Non sono in cerca di visibilità. Vogliono rafforzare i legami politici con chi già li conosce e con chi ha solidarizzato con loro, ma soprattutto vogliono incontrare chi non ha mai potuto andare in Chiapas.

Il loro viaggio in Italia sarà, quindi, fatto di incontri privati con collettivi, associazioni, centri sociali, lotte territoriali ed operaie. Sarà fatto di visite a fattorie e campi autogestiti. Sarà fatto di incontri lunghi e profondi, ma anche da feste di arrivo e benvenuto. Incontri dove cercheranno di conoscere e vivere le modalità di organizzazione che noi mettiamo in campo, con cui noi siamo soliti rapportarci, per poi condividere, con i presenti, la storia della lotta Zapatista, i suoi successi e le sue difficoltà, la sua organizzazione nonché il processo di emancipazione delle donne.

La Gira Por La Vida è una prova di forza e di organizzazione in un momento storico molto delicato per il Chiapas. Il 10 settembre il Subcomandante Insurgente Galeano ha firmato un comunicato molto duro intitolato «Chiapas sull’orlo della guerra civile». Nel testo si legge «Il non governo di Escandon Rutilio sta facendo tutto il possibile per destabilizzare il Chiapas: reprime con estrema violenza le/gli studenti delle normali rurali. Sabota gli accordi presi tra il magistero democratico e il governo federale. Le sue alleanze con il narco traffico costringe le comunità originarie a formare gruppi di autodifesa». La scelta dell’Ezln in un momento tanto delicato di portare centinaia di persone in Europa, tra queste il capo militare e politico dell’organizzazione – il subcomandante Moisés – mostra la forza dell’organizzazione e il suo radicamento capace di resistere alla momento anche rinunciando a chi è in missione in Europa.