«In Italia a fine ottobre, la cifra (di migranti arrivati, ndr) era di oltre 155mila, più del totale del 2015». Così il commissario Ue alle migrazioni Dimitris Avramopoulos (nella foto in basso) in una lettera inviata agli Stati membri. Della lettera esistono due versioni: una per il gruppo Visegrad (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Slovacchia) arroccato su posizioni anti-immigrati, e l’altra per il resto dei Paesi Ue. Le due versioni sono quasi identiche a parte dove si affronta il tema dei ricollocamenti. «Vi chiedo ancora di iniziare a fare le offerte» di posti e «ricollocare il prima possibile», scrive Avramopoulos a Viktor Orbán e colleghi. Incoraggia invece gli altri Paesi Ue «ad aumentare il numero» di posti disponibili e di farvi corrispondere i ricollocamenti, «per accelerare i tempi di risposta», oltre a «mettere a disposizione più posti per il trasferimento di minori non accompagnati da Italia e Grecia». Il premier ungherese Orbán gli risponde a distanza affermando di essere «ricattato politicamente» dagli estremisti di destra Jobbik in merito alle modifiche costituzionali anti-profughi volute dal governo dopo il referendum del mese scorso.

Avramopoulos
Avramopoulos con il ministro degli esteri Paolo Gentiloni (i due hanno firmato insieme un editoriale pubblicato ieri da Repubblica) faranno una visita giovedì e venerdì in Niger, Mali e Senegal, per rafforzare il partenariato con i tre Paesi africani e ridurre i flussi di migranti.