A due anni dal barbaro omicidio di Berta Caceres, gli attivisti hondureñi continuano a morire ammazzati. Il corpo di Luis Fernando Ayala è stato ritrovato il 20 febbraio: aveva appena 16 anni, e faceva parte con la famiglia del Movimiento Ambientalista Santabarbarense (MAS) di Gualala, in lotta da tre anni contro la concessione perpetua di una miniera di gesso, che rischierebbe di cancellare la comunità di Arenales. Luis Fernando aveva partecipato anche alle proteste contro il colpo di Stato elettorale del 26 novembre 2017 in Honduras.

Il suo cadavere non aveva più le mani e presentava altri segni di tortura, secondo la denuncia della Piattaforma dei movimenti sociali e popolari di Honduras. Ayala è una delle 38 persone assassinate nel corso del conflitto che ha fatto seguito alle ultime elezioni presidenziali: il rapporto aggiornato è stato presentato lo scorso 26 febbraio alla Commissione interamericani per i diritti umani dalla Coalición contra la Impunidad de Honduras e dal Centro por la Justicia y el Derecho Internacional.

Oltre alle morti, sono state registrate anche 192 manifestazione represse, almeno 1.257 detenzioni. Tra i detenuti, uno è desaparecido. Sono 76 le persone vittime di tortura o trattamente inumani e degradanti. 393 i feriti durante le manifestazione. 105 persone hanno perso la propria casa. Quindici i giornalisti aggrediti. Per ventiquattro persone, invece, si sono aperte le porte della prigione in via «preventiva.