Secondo i documenti della Nsa forniti da Edward Snowden, le cyber spie britanniche hanno un occhio attento anche alle reti sociali: monitorano in tempo reale i flussi di traffico sul web, soprattutto sui siti più frequentati come You Tube o Facebook. Con un programma speciale denominato Squeaky Dolphin seguono e catalogavano video e link degli utenti a livello mondiale. A volte condividono i risultati della caccia con i loro omologhi Usa, come già in molte altre situazioni.
Il motivo del monitoraggio lo ha spiegato nel 2012 uno degli ufficiali del servizio segreto britannico, il Gchq: individuare «tendenze globali» per prevenire e comprendere eventuali esplosioni sociali. I rappresentanti di Facebook e Google, proprietari di YouTube, hanno sostenuto di essere all’oscuro di tutto, rilanciando così la polemica sullo strapotere delle Agenzie per la sicurezza. Le grandi compagnie del web sono preoccupate per la perdita di fiducia degli utenti. Secondo le proiezioni economiche rese note nei grandi consessi del settore, gli investitori esteri hanno cancellato il 10% degli ordini nei servizi Cloud delle compagnie Usa. In tre anni, il Datagate farà registrare un ammanco di almeno 35 miliardi nei ricavi previsti. Per questo, le grandi corporation hanno fatto pressione su Barack Obama per una maggiore tutela della privacy.
Secondo Snowden, il governo Usa ha controllato anche i dati di utenti Microsoft europei e brasiliani. Il gigante fondato da Bill Gates ha perciò dichiarato di voler stoccare i le informazioni dei suoi clienti non statunitensi in server situati al di fuori degli Usa. Gli altri colossi nordamericani del settore, pur uniti nella richiesta di «trasparenza», hanno escluso questa opzione. Per andare incontro alle loro richieste, il ministro della Giustizia Eric Holder e il direttore della sicurezza nazionale Usa, James Clapper, li hanno autorizzati a rivelare «il massimo di informazione possibile» sulle richieste dati rivolte loro dalla Nsa: nello specifico sui clienti tenuti sotto sorveglianza. Anche alcune sentenze seguite al Datagate hanno mostrato il diverso orientamento giuridico esistente negli Usa: pro o contro l’attività della Nsa, perennemente giustificata da motivi di «sicurezza». Recentemente, una commissione federale sulla Privacy (Privacy and Civil Liberties Oversight Board), indipendente, ha giudicato illegale l’attività della Nsa, considerata poco efficace anche nella «lotta al terrorismo».
Al blando progetto di riforma delle agenzie di sicurezza, presentato recentemente da Obama, dovrebbe seguire la nomina di un nuovo capo della Nacional Security Agency. Secondo il Washington Post, si tratta del vice ammiraglio Michael Rogers, 53 anni, a cui Obama avrebbe comunicato l’incarico convocandolo alla Casa Bianca la settimana scorsa. Il generale Keith Alexander, a capo della Nsa dal 2005, andrà dunque in pensione per lasciare il posto a Rogers, crittologo dell’intelligence in Marina.
«Gli Stati uniti vogliono uccidermi. Funzionari governativi hanno detto che vorrebbero piazzarmi un proiettile in testa o avvelenarmi all’uscita da un supermercato, per vedermi morire sotto la doccia», ha dichiarato Snowden a una televisione tedesca. «Non c’è alcun dubbio che gli Usa si dedichino allo spionaggio economico – ha sostenuto – se ci sono informazioni, per esempio su Siemens, che sono di interesse nazionale ma che non hanno a che vedere con la sicurezza, le prenderanno ugualmente». Secondo l’ex consulente Cia, attualmente rifugiato in Russia, le contromisure immaginate dall’Unione europea o dai singoli stati per proteggersi dalla cyber invasione Usa blindando i dati dei propri cittadini sono destinate al fallimento. La Nsa può arrivare ovunque.
Snowden ha il permesso di restare in Russia fino ad agosto e ha già chiesto un rinnovo. Intanto, il giornalista Glenn Greenwald, che per primo ne ha raccolto le rivelazioni, ha indetto online una petizione per chiedere al Brasile di accoglierlo. Le firme hanno già superato il milione.