Stavolta il calcio italiano c’entra poco. Anche se domenica scorsa, nel posticipo di San Siro tra Inter e Napoli, pochi attimi dopo il minuto di silenzio in memoria di Astori, sono partiti cori da parte dei tifosi nerazzurri che associavano i napoletani al colera. L’Europa deve fare i conti con l’ emergenza ultras, al punto che l’Uefa, il massimo organismo continentale del pallone, ha fatto sapere che aumenterà il grado e la gravità delle sanzioni contro i club che non riusciranno a raffreddare gli animi della parte più focosa del tifo organizzato. Fino ad arrivare all’esclusione delle squadre dalle competizioni internazionali, un salto nella macchina del tempo agli anni Ottanta con gli hooligans che tenevano lontano dalle Coppe i club di Sua Maestà.

Sarebbero iniziati i contatti tra il capo dell’Uefa, Aleksandr Ceferin, con il presidente della Fifa, Gianni Infantino dopo gli episodi di violenza, intimidazione in quattro Paesi (Grecia, Francia, Inghilterra, Spagna), in appena due settimane. Tutte le copertine sono ovviamente dedicate al presidente del Paok Salonicco, l’oligarca georgiano Ivan Savidis, presenza costante nell’inner circle di Putin,  sceso in campo giorni fa durante il match con l’Aek Atene rileggendo i western con John Wayne, con pistola nella fondina alla cintura per intimidire l’arbitro. Un’istantanea che ha fatto il giro del mondo, la rappresentazione plastica di un pallone che va oltre, che trascende animi, diventando qualcosa di diverso dallo sport. E poco sono servite le scuse del presidente dei greci, che si è pure definito vittima e ostaggio di un calcio malato, senza evitare una durissima sanzione per se stesso e il club, partendo dalla sospensione con effetto immediato del campionato ellenico.

A Londra, sponda West Ham, sono stati i tifosi a invadere il terreno di gioco, frustrati per la retrocessione che si avvicina dopo tre gol subiti dal Burnley. Uno di loro è stato steso con un tackle dal capitano degli Hammers, Noble, che anticipava gli steward e la polizia, con i dirigenti del club scortati sino all’uscita dal box. E attraversando la Manica, clima tesissimo anche in casa Lille, l’ex club del Loco Bielsa, con giocatori presi di mira dopo il pari con il Montpellier. Anche in questo caso, sicurezza al lavoro, atleti di corsa negli spogliatoi. La questione rischia di sfuggire di mano, richiedendo l’intervento immediato di Uefa e Fifa, perché il clima di violenza e intimidazione era in divenire dallo scorso ottobre, con un tifoso israeliano coltello alla mano alla ricerca dello spagnolo Isco, durante l’amichevole tra i due Paesi. Gran confusione anche in Champions League, vetrina del calcio europeo, con un agente della Polizia Autonoma Basca morto di infarto poche settimane fa durante i tafferugli tra le frange più accese delle tifoserie di Athletic Bilbao e Spartak Mosca.