L’Etiopia dal pollice verde. Ha preso il via domenica scorsa un mastodontico piano volto a contrastare il processo di desertificazione che da tempo minaccia il futuro del paese. In un solo giorno piantati più di 200 milioni di alberi. Tanto da superare abbodantemente superato il precedente record, detenuto dall’India, che nel 2017 si era fermato a un “modesto” +66 milioni di alberi in 24 ore.

La campagna, promossa dal primo ministro Abiy Ahmed, arriva dopo anni di disboscamenti selvaggi. Secondo i report delle Nazione unite, la superficie di suolo coperta dalle aree boschive etiopiche è scesa – da un secolo a questa parte – dal 35% al 4% del territorio. Uno scempio dovuto principalmente alle politiche volte a favorire sia l’estensione delle aree coltivabili che l’industria del legname. Il 2019 segna però una decisa inversione di rotta. Il primo ministro Abiy Ahmed ha infatti dichiarato che entro ottobre saranno piantati 4 miliardi di alberi. Si parla di circa di 40 alberi per ogni abitante del paese. Costo stimato dell’opera, 548 milioni di dollari secondo il ministero dell’Agricoltura di Addis Abeba.

Senza alcun dubbio un’iniziativa green da record dietro cui però potrebbero celarsi alcune ombre. Diversi analisti ritengono infatti che Abiy Ahmed stia utilizzando questa campagna per distrarre l’opinione pubblica dalle sfide che il suo governo si trova ad affrontare, compresi i conflitti etnici che hanno costretto due milioni e mezzo di persone ad abbandonare le loro case.

È bene ricordate che in Etiopia la situazione e tutt’altro che rosea. Dall’inizio del suo mandato Abiy Ahmed è sopravvissuto a un attentato compiuto da alcuni estremisti Oromo, a una sommossa militare, a un tentativo di golpe nella Regione Amhara e a diverse insurrezioni nella Regione delle Nazioni, Nazionalità dei Popoli del Sud.