Il movimento indigeno era stato chiaro: nessun accordo sarebbe stato possibile senza il ritiro delle misure anti-sociali disposte dal governo. «Non negozieremo con il sangue dei nostri fratelli», aveva dichiarato la Conaie, la confederazione delle nazionali indigene dell’Ecuador. E così, dopo 11 giorni di proteste popolari, e un bilancio ufficiale di 7 morti, 1.340 feriti e 1.152 persone arrestate, il presidente Lenin Moreno ha fatto quello che in un primo tempo aveva tassativamente escluso: ha ceduto alla richiesta dei manifestanti. L’ANNUNCIO DELLA DEROGA del decreto 883, con le sue misure di austerity raccomandate dal Fondo monetario internazionale, è arrivato domenica,...