Così questa sarebbe la famosa fine della Storia? – dice l’uomo mentre guarda le Alfa e le Mercedes che sfilano per piazza del Popolo. Parla in francese e ha uno sguardo sereno, come di uno che ha già visto tutto quel che vale la pena di vedere in questo mondo. Sul sedile della Rolls Royce c’è un gatto nero qualunque che stona con la spettacolare tappezzeria.

– M’hanno detto che è stato un tal Fujimori a inventarlo – continua mentre accarezza il gatto – Sembra che adesso accada tutto solo nei musei.
– Fukuyama, si tratta di Fukuyama – gli dico -,Fujimori è quello del Perù.
– Va bene. M’hanno detto che non c’è più arte nella fine della Storia, né più idee, né più rivoluzione, niente. Adesso si spaventano perfino per un nuvola che passa.
– Lei viene di lontano? -gli chiedo mentre mi serve un whisky.
– Dal fondo della Storia, da quando ci spaventavamo per cose grandi. Vengo a tifare per il Camerun anche se io sono d’un’altra parte. Questione di affinità, vede? – si tocca la faccia nera con una mano nerissima.
– Lei viene dal Perù?
– No, ma abbiamo gli stessi debiti – dico -. Io vengo dall’Argentina.
– Povero Maradona. Lì non è neanche arrivata la Storia, no?
– E’ appena cominciata. Dove ha preso la Rolls, se non sono indiscreto?
– Un gol fortunato all’ultimo minuto e senza che si sia fatto male nessuno.
– Deve stare attento – gli dico
– Le cose vanno male per voi in Italia.
– Sì, me l’han detto dei tipi che stavano raccogliendo immondizia. «Non uscire dalla Rolls», mi dicevano.
– E’ per questo che non vuoi scendere a prendere un caffè? Io stavo andando a piazza Navona.
– Ora ce lo porto. Se vuole può guidare lei..
– Non m’azzardo. Magari capita che le ammacco un parafango.

Il gatto si stira e salta sul cruscotto per vedere quel che succede fuori. L’uomo indossa una tunica variopinta su un paio di scarpe comprate in via Condotti.

– Se la storia è finita che succederà domani?
– Non so. Sarà come oggi- gli rispondo -. Tutto uguale. Gli hooligan dicono che l’Inghilterra è diventata un gran noia.
– Ma se l’ultima volta hanno sfasciato tutto a Piccadilly Circus…
– Era per una tassa comunale – dico -. Niente di grave.
– Sarà come dice lei. Ieri sono stato alla Biblioteca nazionale per consultare qualche libro ma erano tutti occupati con una mostra sul calcio. Io chiesto Leopardi e Pratolini e loro mi hanno dato Baresi e Maradona … Ho protestato e protestato finché un tipo m’ha detto che la Storia è finita. Legga Fujimori, m’ha detto, e mi ha raccontato come stanno le cose.
– Fukuyama – insisto mentre mi serve un Remy Martin -. Entriamo in una distesa di tempo infinito senza più creazione né conflitti.
– Sì, ma cosa c’entra il Burkina Faso? Quel Fukuyama se la prende col Burkina.
– E’ solo per fare un esempio. Non hanno più alcuna importanza i deliri mutanti del Burkina Faso o di altri paesi che stanno ancora dentro la Storia. Morto il referente sovietico scompare il desiderio di comunismo. Capisce?
– No, ma questo a chi interessa? Ho alcuni amici che in questo preciso istante devono stare assaltando una caserma dalle parti di N’Djanema. L’ultima volta che li ho visti marciavano col pugno chiuso e cantavano l’Internazionale. Posso servirle un po’ di gelato?
– Grazie. Quel che fanno i suoi amici è un’anticaglia.
– Sarà un’anticaglia però io son dovuto venire a Roma perché a casa mia è arrivata la polizia.
– Lei ha molti soldi?
– Abbastanza. Li stampiamo là. Lei conosce Montecarlo?
– Ho perso seimila franchi l’ultima volta che ci sono stato.
– Neanche al casinò rifiutano i miei biglietti. Stampo anche carte di credito.
– Allora per lei la Storia è arrivata alla sua fine.
– No, mi dicono di no; adesso che i russi non ci mandano più valuta, dobbiamo farcela da noi. Davvero non se la sente di guidare la Rolls?
– Non voglio avere un dispiacere. Il gatto viaggia con lei?
– Mi si è appiccicato addosso al Colosseo quando sono sceso a dare un’occhiata. Senta è vero che gli africani se la stanno vedendo brutta qui?
– Così pare.
– Supponga che tutti avessero la Rolls.
– No, non mi sembrebbe opportuno. S’immagina l’invidia?
– Si ma per arrivare alla fine della storia bisogna avere una Rolls. Queste porcherie non resistono al viaggio, sono pura cacca -indica le Mercedes e le Alfa che passano per la strada.
– Non creda, io mi accontenterei anche solo di una. Chi crede che vincerà la Coppa?
– II Camerun, naturalmente. Ma io sono venuto per i musei.
– Ce n’è parecchi che sono in sciopero.
– Perfino in Vaticano parlano solo di calcio. Stamattina ho sentito che pregavano perché non crolli l’Olimpico. Ale Signore! Ale Maria!, cantavano. Se vuole, stasera potremo cenare insieme.
– Con piacere. Mi hanno parlato di una trattoria in via Veneto…
– Io dalla Rolls non scendo, l’avverto – torna a toccarsi la faccia ben rasata e mi strizza l’occhio.
– Non vedrà molto di Roma se non va un po’ a piedi. Non saprà neanche come va a finire col Camerun.
– Sarà la gran sorpresa, si ricordi. I giocatori sono molto motivati.
– Questo mi sembra un ragionamento di sinistra molto elementare.
– E che vuole, che tifi per la Germania! Non so neanche dove mi trovo. A Berlino Est volevano comprarmi la macchina e a Ovest me l’hanno sequestrata per un parcheggio abusivo.
– Le è andata male -dico -.Mi lasci in piazza. Navona. Ci andava anche Sartre. Magari capita che vediamo pure Moravia.
– Sì, mentre i due palleggiano di testa. Andiamo, si faccia coraggio e guidi.
– Sartre è già morto – gli faccio mentre mi metto al volante.
– Questo si nota – mi dice e prende il gatto per carezzargli il dorso.
– Almeno ci resta qualche ricordo – dico -. i gol di Pelè. Puskas. Obdulio Varela che da solo batte il Brasile al Maracanà. Non è poco.
– No, ma quella del Burkina non la capisco. Perché non interessa a nessuno? Io ero amico di Thomas Sankara, sa?
– Ale’ Burkina! Ale’ Cameru n!
– Ale’ ale’! Peccato che lei sia bianco.
– Non posso farci niente.
– Guidi dritto allora, non esca dalla Storia.