La commissione lavoro della camera ferma il ddl Meloni «anti-pensioni d’oro» con un emendamento soppressivo presentato da Sergio Pizzolante dell’Ndc e votato da quasi tutti i gruppi, tranne Fratelli d’Italia e M5S. Il tetto di 5.000 euro lordi di pensione è stato ritenuto «troppo basso» e la relatrice Marialuisa Gnecchi, Pd, ha ricevuto il mandato a riferire in aula contro il testo. I deputati di Fdi e M5S annunciano battaglia. I 5 Stelle vogliono presentare un emendamento sostitutivo che prevede non solo 5.000 euro come tetto massimo per le pensioni, ma anche una soglia minima di 1.000 euro: nei 5.000 euro dovrebbero rientrare «anche eventuali vitalizi o pensioni integrative». Per il presidente della commissione, Cesare Damiano, Pd, il testo Meloni «contiene errori grossolani. Alla soglia di 5000 mila euro lordi mensili, 3200 netti, si sommano le pensioni integrative, portando l’importo della pensione da colpire al di sotto dei 3000 euro». Ma «la previdenza complementare è una forma di risparmio del lavoratore che mette a disposizione anche il Tfr per avere una pensione privata aggiuntiva». Dunque «è proposta demagogica che non colpisce i privilegi ma le persone comuni».