Dopo mesi di silenzio, di fronte a una commissione banche arrivata alle ultime battute, Federico Ghizzoni, ex ad Unicredit, conferma quasi parola per parola quanto scritto da Ferruccio De Bortoli a proposito dell’interessamento di Maria Elena Boschi per la sorte di Etruria. «Mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare l’acquisizione o comunque qualche intervento su Banca Etruria», racconta. «Chiese a Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Etruria», aveva scritto l’ex direttore del Corriere della Sera nel suo libro Poteri forti o quasi. La querela minacciata a botta calda dalla ex ministra non è mai stata sporta. Dopo la “deposizione” di Ghizzoni non è affatto certo che arrivi di fronte al giudice anche la causa risarcimento danni. Per ora la sottosegretaria ha dato mandato ai legali per valutare l’ipotesi della causa: che dopo le parole di Ghizzoni la valutazione vada in quella direzione non è facile.

L’INTERESSATA REAGISCE affermando il contrario: «Parole molto preziose per la causa civile nei confronti di De Bortoli». Il quale a sua volta ringrazia Ghizzoni per aver confermato la sua versione. L’ex direttore è certamente soddisfatto: in effetti conferma più piena non poteva incassare. La letizia di Maria Elena Boschi, invece, sembra piuttosto rispondere alla strategia mediatica messa in opera dal Pd e consistente nel fingere di leggere in ogni dichiarazione, anche le più pesanti e sgradite, un punto a favore invece che una smentita. Dall’interno della commissione il capogruppo Matteo Orfini ordina e parte il diluvio di tweet, post su Fb e dichiarazioni. Tutte identiche e tutte del tutto impermeabili alla realtà. Ghizzoni ha dato ragione a Boschi. Vero o falso che sia questo va ripetuto. Finché non passerà per vero.

PURTROPPO PER IL NAZARENO la realtà è opposta. Certo non ci furono da parte di Boschi pressioni, dato che Ghizzoni assicura di «non averle avvertite», ma solo un indebito interessamento. L’ex ad di Unicredit sottolinea anche che l’allora ministra disse chiaramente di essere preoccupata per le ricadute della crisi bancaria «sul territorio». Ci mancherebbe solo che un potente spiattellasse apertamente a un dirigente di banca «la faccenda m’interessa per via di babbo e fratello». Il dossier Etruria, inoltre, è arrivato sui tavoli dei dirigenti Unicredit prima che Maria Elena Boschi palesasse le sue «preoccupazioni per il territorio». E’ una differenza rilevante rispetto all’ipotesi di De Bortoli, che tuttavia non scalfisce la precisione in merito al colloquio tra la ministra e l’ad. Sul piano delle responsabilità materiali Boschi esce dalla vicenda intatta. Sul piano della credibilità politica invece è stata demolita. E non solo lei.

GHIZZONI SCOPRE INFATTI un altarino sino a ieri insospettato. Legge una mail dell’imprenditore Marco Carrai, intimo di Matteo Renzi, che più esplicita non si può: «Ciao federico, solo per dirti che su etruria mi è stato chiesto di sollecitarti se possibile e nel rispetto dei ruoli per una risposta». Ghizzoni non dice per conto di chi parlasse Carrai: «La mia reazione fu di pensare chi poteva avere chiesto un sollecito. Esclusi che fosse stata la banca. Decisi però di non chiedere nessun chiarimento, l’ho considerato come un privato che si interessava di una questione che non gli competeva».

RENZI, SENTENDOSI TIRATO personalmente in ballo, ordina agli ufficiali di smentire. Parte Orfini, brusco: «Chiedete a Carrai, non al Pd». Segue Rosato, meno stizzito: «E’ un professionista che opera nel settore, conosce Ghizzoni e non ha niente a che fare con il Pd».

In effetti è proprio questa la spiegazione che Carrai fornisce nel pomeriggio. Chiarisce di conoscere Ghizzoni da lunga data, e del resto la mail era chiaramente uno scambio non tra estranei. Nel merito, prosegue, era solo «una questione tecnica». Capita che un cliente di Carrai stesse «verificando il dossier di banca Federico del Vecchio, storico istituto fiorentino di proprietà di Etruria». Niente a che vedere con Renzi, con il suo interessamento diretto al caso rivelato dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco o con le preoccupazioni territoriali di Boschi.

ANCHE IN QUESTO CASO occorre distinguere tra il piano dell’accertamento dei fatti, sul quale sino a prova contraria non c’è da discutere la spiegazione di Carrai, e quello dell’immagine politica. Su quel fronte l’ultima audizione di rilievo della commissione si è risolta per il Pd in uno sfacelo. Non a caso tutte le opposizioni attaccano con toni anche più duri del solito e alla lapidazione si uniscono Fi e la Lega che, per motivi diversi, avevano mantenuto sinora toni più bassi.

L’ULTIMO ATTO della commissione sarà la relazione conclusiva. Il Pd farà il possibile perché sia messo nero su bianco che la vigilanza di Banakitalia e Consob è stata largamente insufficiente. Ma sul piano della propaganda e della campagna elettorale, l’unico che interessi davvero i partiti in commissione, per il Nazareno la partita è già persa.