In Campania i 5S fanno cappotto. I collegi uninominali di Camera e Senato vanno tutti ai pentastellati tranne Agropoli. Nel Cilento alla Camera correva Franco Alfieri, ex capo staff del governatore Vincenzo De Luca, che l’ha reso famoso come «il re delle clientele come cristo comanda»: si è fermato al terzo posto con il 26,56% dietro la 5S Alessia D’Alessandro (31,83%) e Marzia Ferraioli di Forza Italia (34,6%).

Luigi Di Maio stravince a Pomigliano d’Arco con il 63,41%. Il competitor azzurro, Vittorio Sgarbi, ha raccolto meno della metà dei consensi (20,37%). Falliscono la prova Giuseppe De Mita (con il Pd che aveva appaltato ai transfughi dell’Udc il collegio uninominale di Avellino) e Sandra Leonardo (moglie di Clemente Mastella), che però entrerà nei banchi di Fi grazie al proporzionale. Con lei siederà anche Luigi Cesaro, riconfermato senatore nonostante sia stato indagato a gennaio per voto di scambio.

I numeri del M5S in Campania sono clamorosi. Al Senato (67,84% di votanti) raccolgono il 48,7%, segue Fi con il 19,8%, il Pd è terzo con il 13,77%. La Lega si ferma al 4,59%. Male Leu con il 2,56%. Potere al popolo raggiunge l’1,37% che è comunque meglio di +Europa, ferma all’1,1%. Alla Camera (69,05% dei votanti) la vittoria è ancora più netta. A Napoli città i 5S raccolgono il 52,65%, Fi il 16%, il Pd 14,7, La Lega 2,53 (uno dei risultati più bassi al Sud), +Europa 1,84%, Leu sale al 3,31%, Pap ha la performance migliore con il 2,95%. Nei rioni popolari i 5S dilagano: sono oltre il 60% a Barra, Scampia, Pianura e Secondigliano.

I dem reggono nei quartieri borghesi: tra il 27 e il 24% a Chiaia, Vomero e Posillipo. Paolo Siani, sponsorizzato da Renzi, perde il collegio uninominale con il 21,56% a favore della 5S Doriana Sarli (48%), ma si salverà perché capolista al proporzionale. Campania 2 (che include le altre provincie della regione) fa segnare i 5S al 44,54%; Fi al 18,44%; Lega al 5,74%; Pd al 14,16%; Leu al 2,78%; Pap al 1,21%. È la vittoria di Di Maio (oggi festeggia a Pomigliano), che piazza i suoi fedelissimi come Vincenzo Spadafora e Francesco Urraro, ma anche di Roberto Fico che guida la pattuglia di Napoli e incassa la riconferma dei parlamentari a lui vicini, come Paola Nugnes e Luigi Gallo. Eletto anche il massone in sonno Catello Vitiello: andrà nel gruppo misto.

Salerno è la Waterloo di Vincenzo De Luca. Con il figlio maggiore Piero in corsa alla Camera e il minore, Roberto (destinato a ereditare il comune di Salerno), finito nell’inchiesta di Fanpage su rifiuti e tangenti, la città ha detto basta alla dynasty deluchiana: i 5S al 40%; il Pd al 18%. Piero ottiene solo il 23,13% all’uninominale, terzo dietro Gennaro Esposito di FdI (27,31%) e al pentastellato Nicola Provenza (40,84%). Le porte della Camera si apriranno comunque grazie al primo posto nel listino a Caserta.