Il governo federale brasiliano ha finalmente lanciato il piano nazionale di vaccinazione contro il Covid-19 che la Corte suprema chiedeva da novembre. Ed è una cartina tornasole di quello che è stato, e continua a essere, questo anno di pandemia in Brasile.

PRESENTATO DOMENICA in una prima bozza non pubblica, il piano è stato ritirato in seguito alle proteste dei ricercatori impegnati nella sua stesura, che hanno denunciato come il loro nome fosse presente nella versione “finale”, da loro non autorizzata. Una nota del ministero della Salute spiega che gli stessi «erano stati invitati a partecipare, ma senza potere decisionale nella formalizzazione del piano». Una risposta che sottolinea la totale mancanza di valore che il governo attribuisce alle attività accademiche e di ricerca, evidenziato anche dallo stato di abbandono delle maggiori università pubbliche. Gli scienziati inoltre esprimono preoccupazione per il ritiro del concetto di «gruppo prioritario» e per la volontà di non includere nel piano tutti i vaccini disponibili che si dimostrano sicuri ed efficaci.

Il piano viene quindi presentato mercoledì, con l’inclusione di quilombolas (discendenti di ex schiavi), riberinhos (abitanti di regioni fluviali), carcerati, lavoratori dei trasporti pubblici nei gruppi prioritari e la firma di un memorandum di intenzioni all’utilizzo di tutti i vaccini possibili. Il documento, tuttavia, non presenta una data ptrecisa per l’inizio della campagna, rimettendo a un generico «primo semestre del 2021».

E SU QUESTO PUNTO iniziano le confusioni. Il generale militare Pazuello, ministro della Salute senza alcuna esperienza in campo sanitario crede che la richiesta del vaccino non provenga dai governi nazionali, ma dai laboratori, che dovrebbero affrettarsi a registrarsi. Tuttavia Pfizer che ha sviluppato il vaccino con Biontech afferma di aver presentato già a giugno proposte di vendita dei lotti al governo brasiliano, che non ha mai risposto. Aggiungendo che se anche si decidesse ora, non ci sarebbero le dosi per la consegna immediata e che la responsabilità del ritardo è del ministero della Salute.

 

Jair Bolsonaro posa con la mascotte della campagna di vaccinazione, “Ze Gotinha,”, durante la presentazione del piano, mercoledì scorso al Planalto (Ap)

 

Il ministero della Salute intanto annuncia la prima fase di una campagna di informazione con l’obiettivo di chiarire la sicurezza e l’efficacia dei vaccini. Un messaggio sempre più necessario, dal momento che il presidente Jair Bolsonaro continua a dire che mancano garanzie sugli effetti collaterali, che lui non si vaccinerà – continuerà forse a fare flessioni scaccia Covid – e che è contrario alla obbligatorietà del vaccino. Inoltre propone di introdurre un termine di responsabilità sui possibili effetti collaterali per le persone che decideranno di vaccinarsi, arrivando a ironizzare: «Se poi ti trasformi in un alligatore è un problema tuo».

IN UN PAESE CON UN ALTO TASSO di analfabetismo funzionale, simili affermazioni da parte del presidente del paese divengono particolarmente gravi. Nel frattempo i produttori di materiali sanitari dichiarano non solo di non avere freezer sufficienti per la conservazione del vaccino, ma addirittura di esere a corto di siringhe e cotone idrofilo.

A questa situazione si somma la già vergognosa iniqua distribuzione del vaccino a livello mondiale. Come già avveniva a marzo, quando i paesi europei dirottavano a proprio favore i respiratori diretti in Brasile e altri paesi del sud, anche per quanto riguarda il vaccino, il 51% delle dosi già negoziate va ai paesi ricchi, dove risiede il 14% della popolazione mondiale, mentre il restante sarà distribuito a paesi di rendita media e bassa, l’85% della popolazione mondiale.

SECONDO UNO STUDIO della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, quasi 2 miliardi di persone potrebbero non avere accesso al vaccino fino al 2022. Invece Giappone, Australia e Canada hanno prenotato insieme più di 1 miliardo di dosi, pur non rappresentando nemmeno l’1% degli attuali casi globali di Covid-19. La quantità acquistata dal Canada è sufficiente a vaccinare la sua intera popolazione cinque volte. Ricorda un po’ quanto accadeva in marzo, con le esortazioni a non fare incetta al supermercato.

È chiaro che il Brasile, oltre ad essere sottoposto a concorrenza sleale con i paesi ricchi, verrà pregiudicato nella cinica corsa all’accaparramento delle dosi di vaccini a causa della incompetenza del suo governo, provocando alla sua popolazione una doppia penalizzazione.