Clima rovente. ll governo di coalizione tra socialdemocratici (Spoe) e popolari (Oevp) sempre più diviso rischia di saltare, il giuramento del nuovo presidente della repubblica verde Alexander Van der Bellen – previsto per il 7 luglio – non è più del tutto sicuro. Il ricorso della xenofoba Fpoe alla Corte costituzionale contro l’esito del voto potrebbe anche avere successo. Gli hardliner del partito popolare remano contro il nuovo cancelliere socialdemocratico Christian Kern puntando a stroncarne l’ ascesa già in atto.

Ultimo atto, il voto per il nuovo presidente della Corte dei Conti giovedì scorso, dove i popolari hanno imposto il loro candidato col ricatto della crisi di governo. Più grave ancora il fatto che il ministro degli esteri Sebastian Kurz continui a propugnare per i migranti il modello australiano malgrado Kern – che non ha il potere di direttiva verso un ministro, a differenza del cancelliere in Germania – abbia dichiarato di non condividerlo.

Abbiamo incontrato Muna Duzdar nuova segretaria di stato per la diversità, pubblico impiego e digitalizzazione presso la cancelleria nel suo ufficio al Ballhausplatz. 38 anni, genitori palestinesi, avvocata, dall’età di 16 anni attivista nelle organizzazioni giovanili socialiste, poi consigliere comunale Spoe a Vienna. Primo esponente musulmano del governo e come tale sotto attacco della Fpoe. Ha la delega di concordare col ministro degli esteri Kurz un piano per l’integrazione.

Cosa pensa del modello australiano proposto dal ministro degli esteri Sebastian Kurz, e che effetto fa a un membro del governo venirlo a sapere dai media?

Per me il modello australiano non è accettabile. Significa campi di internamento dove rinchiudere famiglie e bambini. E’ fuori ogni discussione.

Può capire il sindaco di Lesbos quando dice che quella proposta equivale a una dichiarazione di guerra?
Posso capire che desideri un confronto con gli altri paesi europei per arrivare a soluzioni comuni. Solo insieme si possono ottenere dei progressi.
La sua nomina doveva essere un segnale di cambiamento. Sul tema rifugiati invece si ha l’impressione che la linea si sia addirittura inasprita.
Il modello australiano è una proposta del ministro degli esteri, non è la posizione del governo, come ha spiegato anche il cancelliere.

Poi c’è il ministro degli interni Wolfgang Sobotka che preme per proclamare al più presto lo stato di emergenza legato al raggiungimento del tetto massimo di rifugiati da accogliere. Sobotka ha sostenuto che il tetto è quasi raggiunto, Kern che il numero delle domande accolte è più basso. Al di la dei numeri, vede un motivo per applicare quella legge, quale posizione avrà la Spoe?

L’ inasprimento del diritto d’asilo è stata votato a fine aprile dal parlamento. Io sono stata sempre contraria e ho tuttora questa posizione. Non vedo nessuna situazione di emergenza in Austria e perciò nessun motivo di dare attuazione alla legge di emergenza. E la pensa così anche il cancelliere.

Il ministro degli interni può decidere da solo la sua applicazione?

No, lo deve decidere il governo insieme alle commissioni parlamentari.

Può decidere da solo i rinforzi dei controlli al Brennero e la costruzione del muro?

Può rinforzare i controlli, ma tutto ciò che va oltre richiede una decisione comune del governo.

La recinzione al Brennero andrebbe oltre o fa parte ancora dei controlli?

Non saprei dirlo in dettaglio. Penso che laddove si tratti di cambiamenti fondamentali bisogna adottare decisioni comuni del governo. Personalmente sono contraria ai muri al Brennero mentre capisco che ci siano dei controlli.

Parliamo di integrazione, lei ha il compito di discuterne col ministro degli esteri Kurz.

Elaborare dei concetti generali per vedere dove abbiamo delle idee in comune. Siamo a metà di questo lavoro, potrò parlarne solo quando lo avremo concluso. E’ importante che i giovani, a prescindere da dove vengano, siano rapidamente inseriti nella società. Riferito ai rifugiati vuol dire occuparsi delle persone subito, anche con domande d’asilo non concluse, senza aspettarne l’esito. Per imparare la lingua, prepararsi al mercato del lavoro, convalidare diplomi di studio e percorsi di formazione. Sono cose essenziali che andrebbero affrontate fin dall’inizio. Non si devono condannare le persone a non fare niente. E’ la cosa più importante per me.