I presidenti dell’Alba-Tcp, che ieri hanno festeggiato a Cuba i dieci anni dell’alleanza, hanno rifiutato «nel modo più energico gli atti di ingerenza contro il popolo e il governo bolivariano del Venezuela promosse dal Congresso degli Stati uniti». E hanno così condannato le sanzioni che gli Usa stanno per sganciare sul governo di Nicolas Maduro in base alla cosiddetta “Legge di Difesa dei diritti umani e della società civile in Venezuela per il 2014” approvata negli Usa al Senato e alla Camera. «Una volta di più appare evidente come l’estrema destra nordamericana utilizza tutto il suo potere economico e politico per aggredire i popoli sovrani e indipendenti della Nostra America. E’ sorprendente e immorale che Washington pretenda sanzionare cittadini di un paese sovrano in nome dei diritti umani proprio quando la Commissione di intelligence del suo stesso Senato ha appena diffuso un rapporto sui vergognosi metodi usati dalla Cia, che comprendevano torture brutali e azioni degradanti contro sospetti detenuti in maniera arbitraria in carceri illegali diffuse nel mondo e mentre in quel paese si continua a praticare la violenza poliziesca contro gli afroamericani».

Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha proibito l’entrata nel paese a Ileana RosLehtinen, deputata al Congresso e al senatore Usa, Marco Rubio. La prima, leva da anni la bandiera contro “il castro-madurismo”. Il secondo, ha chiesto a Obama di dare urgentemente l’ok alle sanzioni «per rispondere all’appello della società civile». Il presidente Usa ha già fatto sapere che è d’accordo a sanzionare i funzionari venezuelani che avrebbero «violato i diritti umani» durante le proteste violente dell’opposizione che, nel febbraio scorso, hanno provocato 43 morti e centinaia di feriti. In questi giorni, la Procuratrice generale, Luisa Ortega Diaz, ha comunicato lo stato delle indagini su quei fatti per i quali sono agli arresti anche 12 poliziotti.

Il presidente venezuelano ha letto il comunicato dell’Alba, diffuso subito dopo l’annuncio di Washington, durante una tappa del suo “governo della strada”: una riunione del consiglio di presidenza per le comuni, embrione territoriale dello stato comunale, previsto come nuova tappa dello stato socialista. «In questa lunga tappa – ha detto Maduro – abbiamo superato già cinque prove, ora stiamo affrontando la sesta: la guerra economica. Una guerra per irritare il popolo e fare in modo che si disperda». Per l’occasione, Maduro ha parlato di ambiente e del finanziamento per 3.000 orti scolastici nell’ambito del Programma di alimentazione scolastica contro il cibo spazzatura. Venerdì, la Fao ha premiato il Venezuela per i grandi progressi realizzati in poco tempo nell’ambito della sovranità alimentare. E anche la Bolivia ha ricevuto un riconoscimento: le modalità solidali dell’Alba hanno prodotto risultati prima di tutto a livello dei diritti primari.

Contro le ingerenze Usa, Maduro ha convocato per domani una grande manifestazione, in occasione dei 15 anni della Costituzione bolivariana. Un testo prodotto dopo ampie discussioni in tutti i settori sociali a seguito di un’assemblea costituente: declinato nei due generi e con un’ampia sezione dedicata ai diritti umani e a quelli della natura, contemplati nel programma di governo “rosso-verde” fino al 2019.
Anche alcune parti moderate dell’opposizione hanno espresso contrarietà per le sanzioni. Intanto, il Comitato vittime delle guarimbe (le violente tecniche di guerriglia da strada praticate dall’estrema destra), hanno presentato denuncia al Parlamento europeo e chiesto uno spazio di parola.