Al processo d’appello sul caso Terremerse la Procura chiede due anni per il presidente della regione Emilia Romagna, il Pd Vasco Errani. Inoltre due anni e due mesi per i dirigenti regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti. Le richieste di condanna del sostituto procuratore Miranda Bambace sono più che raddoppiate rispetto a quelle dell’accusa in primo grado, quando Errani fu poi assolto «perché il fatto non sussiste» dall’accusa di falso ideologico in atto pubblico.

La vicenda è quella relativa al finanziamento di un milione ottenuto da parte della Regione dalla cooperativa agricola Terremerse nel 2006 guidata dal fratello di Vasco Errani, Giovanni. Assolti in primo grado anche Terzini e Mazzotti. Il governatore finì alla sbarra per la relazione che la Regione inviò in Procura nel 2009 per dimostrare la regolarità del finanziamento. La memoria fu ritenuta falsa. Dopo l’assoluzione in primo grado la Procura bolognese aveva fatto ricorso; la Corte d’Appello di Bologna si pronuncerà l’8 luglio. Per il contributo alla coop Giovanni Errani e altri due imputati sono a processo per truffa ai danni della Regione.

Ieri Vasco Errani non era in aula, ma il suo difensore, Alessandro Gamberini, ha ostentato tranquillità, riferendo che il presidente «ha assoluta fiducia nella magistratura ed è assolutamente fiducioso che verrà confermata la sentenza del tribunale di Bologna che lo ha assolto». Il legale nel corso del dibattimento ha anche criticato l’accusa che «ha usato il termine ’occorre dare un segnale’ e trovo questo inaccettabile», ha affermato, perché «le sentenze non danno un segnale, se si ritiene colpevole qualcuno lo si condanna, se è innocente lo si assolve ma non per dare segnali ad altri».