Solo a partire da mezzanotte ne sono arrivate quattro. Quattro piccole imbarcazioni attrezzate per una traversata fai-da-te e soccorse a poca distanza dall’isola dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. La più piccola aveva a bordo otto tunisini, la più grande 38. Tutti sono stati sottoposti e un primo controllo sanitario e poi trasferiti nell’hotspot di contrada Imbriacola, che ora è di nuovo sovraffollato oltre ogni limite con 1.050 persone all’interno quando al massimo ne potrebbe ospitare 190.

È durata poco la tregua a Lampedusa. In sole 24 ore sono stati registrati 30 sbarchi per un totale di 510 persone. Numeri che dopo il trasferimento avvenuto nei giorni scorsi di 850 profughi hanno di nuovo fatto scattare l’allarme sull’isola più grande delle Pelagie. «Sono pronto a mettermi a bordo della mia barca e raggiungere direttamente Tunisi» ha assicurato ieri Totò Martello. La promessa è contenuta una lettera che il sindaco di Lampedusa ha inviato al presidente tunisino Kasis Saied chiedendo un incontro per discutere delle continue partenze di imbarcazioni dalla Tunisia. «Apprezzo gli sforzi del ministro Lamorgese che purtroppo non sono stati accompagnati da un pari impegno da parte del presidente del consiglio Conte – ha scritto Martello – ma non intendo stare con le mani in mano e continuare ad assistere a questo continuo ripetersi di sbarchi che sta mettendo in ginocchio la nostra isola».

Intanto sono ripresi i trasferimenti dei migranti seguendo il piano messo a punto dalla prefettura di Agrigento. Ieri a partire sono stati in 55, tutti risultato negativi al tampone per il Covid 19. Sono stati imbarcati su traghetto e trasferiti in Abruzzo. I nuovi sbarchi naturalmente hanno dato la possibilità al presidente della regione Sicilia Nello Musumeci di tornare a polemizzare con il governo e con il Tar dell’isola che tre giorni fa ha sospeso l’ordinanza con cui aveva disposto lo sgombero degli hotspot e dei 40 centri di accoglienza siciliani e il trasferimento immediato dei migranti in altre regioni, visto che la gestione dei flussi migratori è di competenza esclusiva del governo. «Se la mia ordinanza non fosse stata sospesa, oggi avremmo una realtà molto diversa», ha detto Musumeci senza spiegare come. Il governatore ha invece confermato che la task farce sanitaria della regione proseguirà nei prossimi giorni le ispezioni per verificare le condizioni dei centri di accoglienza dell’isola. E per martedì è prevista una visita all’hotspot di Lampedusa.

Nonostante gli sbarchi si susseguano in continuazione, siamo ben ontani dai numeri registrati egli anni passati, al punto che la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, in un’intervista a Repubblica, ha definito la situazione che il paese sta vivendo «non di emergenza». E questo anche in seguito ai trasferimenti , intensificati a partire da maggio, vale a dire dalla fine del lockdown. A fornire i numeri è sempre il Viminale spiegando come dallo scorso mese di giugno sono stati trasferiti dalla Sicilia verso le altre regioni italiane 4.086 migranti. La redistribuzione sul territorio nazionale, aggiungono al ministero, «è avvenuta all’esito dello screening sanitario». In particolare sempre a partire da giungo sono stati effettuati 6.371 tamponi per una percentuale di migranti positivi di appena il 3,98%.