Cancellazione della legge Bossi-Fini, riforma del diritto di asilo, blocco degli sfratti e degli sgomberi, ritiro dell’Alta Velocità (Tav), investimenti per l’edilizia pubblica e il reddito. Questa è la piattaforma del corteo convocato a Roma sabato 19 ottobre a cui dovrebbero partecipare ventimila persone. La stima è stata fatta ieri nel corso di un blitz in via Nazionale, davanti all’ingresso principale della Banca d’Italia.

Mentre un elicottero della polizia sostava sulla zona, cinquanta persone hanno lanciato la giornata dell’«assedio» al ministero dell’Economia, a quello delle Infrastrutture e alla Cassa Depositi e Prestiti, edifici che sorgono nel quadrilatero tra Piazza dei Cinquecento, Porta Pia e via Nomentana. Il corteo partirà alle 14 di sabato 19 da piazza San Giovanni, il punto di arrivo della manifestazione dei sindacati di base (Usb, Cobas, Cub) prevista venerdì 18 ottobre, con partenza da piazza della Repubblica. Per quella sera a piazza San Giovanni è previsto un concerto, tra gli altri, dei 99 Posse e un’«accampada» per la notte. Venerdì è anche il giorno dello sciopero generale dei sindacati di base sul mancato rinnovo dei contratti per il pubblico impiego, per il rifinanziamento della cassa integrazione e per un piano straordinario per l’occupazione.

La connessione tra i sindacati di base e i movimenti per la casa è inedita ed è maturata a partire dal riconoscimento della centralità del diritto al reddito e alla casa in un momento in cui aumentano la disoccupazione, la precarietà e gli sfratti. Il 18 e il 19 ottobre sono le tappe finali di una settimana di mobilitazione che inizierà sabato 12 con la «riappropriazione di stabili, edifici, aree e parchi». Un nuovo «Tsunami tour» dopo il 6 dicembre 2012 e il 6 aprile 2013, quando decine di edifici sono stati occupati nella Capitale. Altre iniziative sono state annunciate per il 15 ottobre e i giorni successivi.

I promotori del 19 ottobre precisano che la «sollevazione generale contro l’austerità» non sarà una manifestazione No Tav, ma il tentativo di portare in piazza tutte le questioni abitative, sociali e ambientali. Inizialmente proposta dai movimenti per la casa, la manifestazione è diventata un appuntamento nazionale. «Non ci sarà azione simbolica -continuano – il nostro sarà un assedio vero ai palazzi del potere» e sarà condotto in maniera «pubblica e trasparente». Al termine è prevista un’altra «accampada» a Porta Pia. «Non ce ne andremo – aggiungono – finché il governo non sarà andato a casa».

Il Questore di Roma Pecoraro ha anticipato la partita Roma-Napoli a venerdì 18 per motivi di ordine pubblico. «L’alternativa è grottesca – ha detto Piero Bernocchi (Cobas) – si vuole criminalizzare una manifestazione». Bernocchi ha polemizzato anche con Stefano Rodotà il quale, a Otto e Mezzo su La 7, ha sostenuto che «bruciare i camion in Val Susa mi ricorda la mafia» e ha escluso la sua partecipazione al 19. Per Bernocchi, il giurista avrebbe avvalorato la differenza – ricorrente negli ultimi giorni – tra i «buoni» della manifestazione per la Costituzione del 12 ottobre e i «cattivi» del 19.

«Una dichiarazione inopportuna» l’ha definita Paolo Di Vetta, dei Blocchi Precari Metropolitani di Roma: «Il corteo del 19 sarà di massa, aperto a famiglie e ai rifugiati – ha aggiunto – A chi parteciperà l’obiettivo è chiaro. Non ci potrà essere un cambiamento di segno della manifestazione. Organizzeremo un servizio di autotutela, anche per difendere l’accampada». Il corteo è stato autorizzato fino al ministero delle Infrastrutture e la questura non vuole farlo passare in Via Pastrengo, vicino a quello dell’Economia. Per i movimenti il percorso resterà lo stesso ed è dirimente che i manifestanti arrivino a Roma pagando un biglietto di 15-20 euro e non di 50. Per protesta ieri i collettivi Cua, Hobo, Crash e altri hanno occupato l’ufficio assistenza clienti di Trenitalia a Bologna. Sono stati annunciati arrivi da Milano (1500) Firenze, Torino e altre città.