Nove ipotesi di riforma dell’Imu: nove ipotesi su cui il governo, in particolare il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, sta lavorando prima che sia presa una decisione definitiva, attesa entro fine agosto. Le nove ipotesi il ministero le ha pubblicate sul suo sito, provocando l’ira del Pdl, che come si sa vorrebbe l’abolizione dell’Imu sulla prima casa senza se e senza ma. E in realtà, una qualche posizione, il ministro l’ha presa, anche se ovviamente sa che le sue valutazioni non saranno certo le uniche e che le decisioni – tanto più con il Pdl imbufalito per la condanna di Berlusconi – arriveranno dopo un accordo all’interno della maggioranza.

Ma intanto, Saccomanni boccia sostanzialmente l’ipotesi di eliminare l’Imu su tutte le prime case, sia dei ricchi che dei poveri, sostenuta appunto dal Pdl. Con la motivazione che questo provvedimento – dal costo, sempre secondo il Tesoro, di 4 miliardi di euro l’anno – sarebbe «regressivo», perché andrebbe a detrimento delle fasce più deboli: «Avrebbe un effetto fortemente regressivo: il beneficio aumenterebbe al crescere del reddito complessivo – si legge nel documento on line del ministero – I contribuenti con redditi tra i 75 mila euro e i 120 mila euro risparmierebbero infatti 455 euro e quelli con redditi superiori a 120 mila euro 629 euro. Al contrario, il beneficio per i contribuenti più poveri sarebbe sensibilmente inferiore: per i contribuenti con reddito fino a 10 mila euro il risparmio sarebbe di soli 187 euro». Una decisione di questo tipo avrebbe un costo «alto» e un’efficienza «scarsa».

E se quindi il costo dell’abolizione totale è di 4 miliardi di euro, la cancellazione definitiva della prima rata di giugno (che è stata già sospesa) costerebbe, in termini di gettito per il 2013, una perdita di circa 2,4 miliardi di euro. Il governo, accanto all’”ipotesi Pdl”, sta anche studiando (è tra le 9 ipotesi) di fermarsi a quanto già deciso, confermando la cancellazione solo della prima rata. Ancora, vengono proposti complessi mix con la Tares (la tasse dei rifiuti), sgravi differenziati sulle imprese, deduzioni anziché cancellazioni, o la divisione dei contribuenti in fasce di reddito che avrebbero diritto all’agognata esenzione. Le 9 proposte sono corredate da schede che mettono in evidenza i pro e i contro: sul piano prettamente tecnico, si intende.

Tra le ipotesi più efficaci – e qui c’è un’altra “presa di posizione”, in qualche modo, del ministero – Saccomanni inserisce l’introduzione di una «service tax», che prevede l’esenzione dell’Imu per la prima casa, congiuntamente all’abolizione della maggiorazione Tares e alla rimodulazione della tassa sui rifiuti. Mentre in base a una seconda proposta, si potrebbe derubricare la revisione della tassa a un problema di finanza locale, affidando cioè le decisioni ai singoli comuni: dando alle amministrazioni la possibilità di introdurre un tributo per la copertura dei servizi indivisibili.

Lo stop del Pdl è più che netto. «Basta balletti sull’Imu. Va tolta sulla prima casa o il governo rischia. Serietà e coerenza. L’Imu sulla prima casa si toglie e basta», afferma su Twitter il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri. «Non è più il momento delle rassegne; non è più il momento delle ipotesi. È ormai il tempo delle proposte: chiare politicamente, responsabili finanziariamente e utili per l’economia del nostro paese. Ci auguriamo che arrivino quanto prima», aggiunge il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta. «Le analisi, gli scenari e le simulazioni del ministero dell’Economia sono sempre utili per approfondire, ma ora è il tempo delle decisioni – dice Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera – L’Imu sulla prima casa va abolita. Pacta sunt servanda».

Dal Pd, al contrario, arriva sostegno al ministro dell’Economia. «Il documento del ministro Saccomanni è l’occasione per arrivare alla soluzione definitiva – dice Matteo Colaninno, responsabile Economia del Pd – Possiamo finalmente accelerare ricercando un compromesso». Per il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, «l’Imu non è l’unica priorità del governo e tutti dovrebbero ricordare che Enrico Letta parlò di “superarlo”, non di eliminare del tutto l’imposta. Ci sono anche l’Iva, il rifinanziamento della cassa integrazione e il drammatico problema degli esodati». Sulla stessa linea anche il portavoce di Scelta Civica, Benedetto Della Vedova: «È chiaro da tempo – afferma – che l’abolizione dell’Imu sulla prima casa sarebbe, nelle condizioni date, una scelta irrazionale e regressiva».