L’Agnesi non chiude. Almeno fino al 2016. Questa la decisione presa al termine di un incontro tra i sindacati e Angelo Colussi, proprietario della storica fabbrica di pasta di Imperia. Una vittoria degli operai, in sciopero da 10 giorni e in allerta da quando, oltre un anno fa, l’imprenditore ha annunciato la volontà di chiudere, lasciando senza lavoro 150 persone. A ottobre dell’anno scorso, Colussi faceva seguire i fatti alle minacce, chiudendo un pezzo importante della produzione, il Mulino, e lasciando a casa 28 operai. I lavoratori, la Cgil e la sinistra di Imperia bene comune hanno denunciato fin da subito l’intreccio di affari e politica e la speculazione edilizia sull’area della fabbrica, vicina al porto. E hanno dato battaglia, sostenuti dalla popolazione. Mercoledì prossimo, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, s’incontrerà con Colussi, che da tempo promette un piano industriale fin’ora mai presentato. L’unica proposta ventilata è stata quella di trasformare la fabbrica da produttrice di pasta in quella di sughi, con una ulteriore riduzione di personale. Ma la resistenza degli operai ha stoppato questa soluzione al ribasso. E per ora, benché non sia previsto il rientro dei licenziati, i lavoratori hanno ottenuto l’allungamento dei contratti di solidarietà. «E Burlando – dice il console dei portuali Valerio Romano – ha promesso che proporrà di riaprire il Mulino. Tra due settimane – aggiunge- 20 operai saranno ricevuti da papa Francesco».