Da marzo a luglio percorre quasi giornalmente alcuni chilometri di spiaggia nel comune di Roseto degli Abruzzi. Si chiama Marco Borgatti: è un volontario del WWF e ha creato le Guide della Riserva del Borsacchio, una delle tante associazioni, piccole e grandi, impegnate ad evitare che il Fratino (Charadrius alexandrinus), uno dei più piccoli limicoli nidificanti in Italia, scompaia dalle nostre coste. Marco e le altre Guide individuano e monitorano ogni nuovo nido, poco più di una buchetta sulla sabbia adorna di sassolini e pezzetti di conchiglie e legno (a volte persino di plastica!) dove vengono deposte da una a tre uova (raramente quattro) di color camoscio chiaro picchiettate di nero. Se tutto va bene, dopo circa 24 giorni dalla deposizione, vedono le uova schiudersi e i piccoli (pulli) abbandonare subito il nido (sono nidifughi), crescere e volare via. Ma, purtroppo, non sempre va bene, perché tanti sono i pericoli per questa specie: la distruzione dell’habitat per l’erosione e l’urbanizzazione delle coste, il disturbo antropico legato al turismo balneare, la pulizia meccanica delle spiagge, la predazione da parte di serpenti, ratti, volpi, cani e gatti vaganti, ma anche gazze, cornacchie e gabbiani. I volontari passano così ore a sorvegliare i nidi, parlando – a volte discutendo – con i bagnanti sdraiati a prendere il sole a pochi metri da una madre in cova o con i padroni che lasciano i cani liberi sulla spiaggia mettendo a rischio uova e pulli. A volte aiutati dal personale delle aree protette costiere, dagli organi di controllo come Carabinieri-Forestali e Guardia Costiera o da qualche balneatore più sensibile, i volontari svolgono un ruolo fondamentale posizionando cartelli informativi, costruendo piccole recinzioni o ponendo sul nido delle gabbiette di metallo che permettono il facile passaggio dei fratini pur proteggendoli dai predatori.

Nonostante sia tutelato da convenzioni internazionali (Berna sulla conservazione della vita selvatica e Bonn sulla conservazione delle specie migratorie), dalla normativa comunitaria (Direttiva CEE 79/409 Uccelli) e da quella nazionale (Legge n. 157/92 sulla tutela della fauna omeoterma), in Italia il Fratino è a rischio. La specie registra un decremento in tutta Europa, ma nel nostro Paese siamo di fronte ad un vero e proprio crollo: dal 2010 potrebbe essere andato perso ben oltre il 50% delle coppie e l’ultimo censimento nazionale, effettuato nel maggio 2018 dal Comitato Nazionale Conservazione Fratino (CNCF), ne ha individuato meno di 700.
E sarebbe un vero delitto non vedere più questo trampoliere in miniatura, con il suo corpicino raccolto dal piumaggio marrone chiaro o grigiastro, particolarmente mimetico negli ambienti sabbiosi, mentre corre velocemente tra le dune e la battigia sulle sue lunghe zampe esili.

«Il Fratino, con la sua sempre più limitata presenza, ci ricorda che la spiaggia non è solo un luogo di vacanza, ma anche un ecosistema complesso», sottolinea Fabiola Carusi, una dei referenti regionali del CNCF, impegnata nel Progetto Salvafratino Abruzzo promosso dall’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e dal Wwf Italia. «Le tante minacce a questa specie sono altrettante minacce all’habitat costiero. La sua tutela vuol dire conservare i pochi tratti di costa ancora liberi da stabilimenti balneari, porticcioli e cemento, diversificando l’offerta e andando così incontro anche alle esigenze di quei turisti che amano i litorali naturali».