«A partire da oggi tutti potranno prenotare il vaccino anti Covid»: l’annuncio l’ha dato ieri via social il ministro della Salute Roberto Speranza, aggiungendo «possiamo ancora accelerare la nostra campagna per superare questa stagione così difficile». In mattinata il conto degli immunizzati era a 35,5 milioni, somministrate l’89% delle dosi consegnate alle regioni, mentre dovrebbero arrivarne entro questa settimana altre 2,5 milioni. Se guardiamo ai paesi europei, al primo giugno in Germania il 19% della popolazione aveva completato il ciclo, il 26% era alla prima dose; Italia e Spagna appaiate erano al 20% (ciclo completo) e 19% (un’iniezione sola); la Francia al 17% e al 22%. Mentre si spinge per aprire gli hub a tutti, restano ancora sacche di popolazione fragile o più esposta da salvaguardare.

IL REPORT DEL GOVERNO, aggiornato al 28 maggio, mostra quanti sono i cittadini scoperti (ma alcune categorie possono sovrapporsi): tra gli over 80 in 437.933 (9,65% del totale) non hanno avuto neppure una dose, si potrebbe trattare di persone che rifiutano il vaccino oppure gruppi di popolazione difficile da raggiungere. Gli ospiti delle Rsa scoperti sono 6.120 (1,59%) ma concentrati in tre aree geografiche: 101 in Basilicata, 968 a Bolzano, 5.051 in Veneto. Nella fascia 70-79 anni 1.095.264 (18,21%) non ha ricevuto il vaccino. Tra il personale sanitario mancano all’appello in 60.890 (3,16%), il picco in Emilia Romagna con 18.451; con il personale scolastico si sale a 278.420 (19,15%), spicca la Sicilia con 64.195 persone scoperte. La fascia 60-69 non è presente nel report settimanale ma, al primo giugno, su una platea di 7.639.770 persone, il 68% ha ricevuto almeno una dose mentre il 27,96% ha completato il ciclo. L’Inail avverte: «Ci sono 6,8 milioni di lavoratori a rischio a cui dare priorità». Oltre 2 milioni nel settore alimentare e nei centri commerciali, 72mila nel turismo, 630mila nei trasporti.

AMPLIARE LA PLATEA riporta in evidenza il tema dell’organizzazione che, finora, ha sempre risentito delle differenti gestioni regionali. Da oggi, su indicazione del ministero, potranno prenotarsi tutti gli italiani dai 12 anni in su. In Piemonte si comincia da chi ha 18 anni compiuti. Particolare attenzione per il comparto turistico della montagna. In Liguria dal 7 giugno si aprirà a tutte le classi d’età mentre Astrazeneca e Johnson&Johnson vengono somministrati su base volontaria anche ai più giovani. In Lombardia già da ieri sera è possibile prenotarsi per la fascia 12-29 anni. In Alto Adige al via la popolazione dai 16 ai 18 anni. In Veneto dai 12 ai 39 anni.

IN EMILIA ROMAGNA il calendario è più articolato: dal 7 giugno al 18 giugno, ogni due giorni, prenotazioni per i 35-39enni, i 30-34enni, 25-29enni, 20-24enni. Dopo il 18 toccherà ai più giovani. In Toscana già aperte le prenotazioni dei nati fino al 1983, dal 7 giugno si passa a chi ha 16 anni compiuti in su. Nel Lazio rimangono le convocazioni per età (le prossime saranno per i nati dopo il 1982), per gli over 12 la prenotazione sarà dal pediatra. In Campania da ieri alle 22 sono cominciate le adesione dai 12 anni in su, per l’ordine della convocazione non si seguirà il criterio temporale ma le Asl prenderanno in considerazione i fattori di rischio per assegnare la precedenza. In Puglia al via le vaccinazioni dai 39 ai 16 anni. In Basilicata la piattaforma sarà aperta ai più giovani ma la priorità restano gli anziani e i fragili. In Calabria si parte dai 12 anni, in Sicilia e Sardegna dai 16 anni.

SONO STATI 2.897 I NUOVI CASI Covid ieri in Italia su 226.272 test. Il tasso di positività è salito all’1,3% contro l’1,1% di martedì. I decessi sono stati 62 per un totale di 126.283 vittime da inizio epidemia. Ancora in discesa i ricoveri: sono 5.858 le persone nei reparti ordinari (meno 334), in terapia intensiva 933 pazienti (meno 56). In isolamento domiciliare 203.259 persone. La regione con più nuovi casi è stata la Lombardia (519) seguita da Campania (389), Sicilia(289) e Lazio (211). I dati continuano a migliorare (dal 21 giugno l’Italia potrebbe essere tutta in zona bianca tranne la Val d’Aosta) ma i titolari di ristoranti sono sul piede di guerra. Martedì il ministero della Salute ha avvisato: «Il limite delle 4 persone a tavola nei luoghi di ristorazione, salvo che siano conviventi, resta» sia in zona gialla che in zona bianca.

UN TAVOLO TECNICO di governo sul tema si dovrebbe tenere oggi anche perché si è ripresentata la spaccatura tra i ministri prudenti, capitanati da Speranza, e quelli di centrodestra più le regioni, sul fronte aperturista. La soluzione dovrebbe essere togliere il vincolo ma solo all’aperto. Ieri proprio i governatori hanno fatto sapere: «L’ipotesi del limite di 4 persone al chiuso non ci è stata proposta ufficialmente e non trova riscontro. Ha sorpreso che l’interpretazione del governo sul tema sia avvenuta in maniera autonoma». Matteo Salvini non si è fatto sfuggire l’occasione: «Ho chiesto a Speranza di evitare la ridicola limitazione dei 4 a tavola al ristorante che almeno nelle zone bianche non ha più senso».